Omelia (23-04-2006) |
don Remigio Menegatti |
Abbiamo contemplato, o Dio, le meraviglie del Tuo amore (244) Per comprendere la Parola di Dio alcune sottolineature La prima lettura (At 4, 32-35) racconta il cambiamento che avviene in coloro che aderiscono al Signore risorto. La fede non è solo una conoscenza nuova, o una regola di vita. È la forza che nasce dall'ascolto dei primi testimoni, gli apostoli, e si manifesta anche in uno stile di vita che finalmente realizza l'alleanza di amore che Dio ha offerta a tutti i suoi figli. Il vangelo (Gv 20, 19-31) presenta alcuni incontri di Gesù che si manifesta ai suoi amici. Il dono pasquale che offre loro è la pace e lo Spirito per la remissione dei peccati. Al primo incontro non è presente Tommaso, che mette in evidenza la fatica di tutti gli altri di credere senza le prove della risurrezione, senza vedere il segno della passione sul corpo di Gesù, il Vivente. Otto giorni dopo, quando Gesù appare di nuovo, è presente anche Tommaso, che manifesta la sua fede in Gesù: "Mio Signore e mio Dio". Gesù dichiara beati quanti credono anche senza vedere i segni della sua passione. Salmo 117 Celebrate il Signore, perché è buono; perché eterna è la sua misericordia. Dica Israele che egli è buono: eterna è la sua misericordia. Lo dica la casa di Aronne: eterna è la sua misericordia. Lo dica chi teme Dio: eterna è la sua misericordia. La destra del Signore si è innalzata, la destra del Signore ha fatto meraviglie. Non morirò, resterò in vita e annunzierò le opere del Signore. Il Signore mi ha provato duramente, ma non mi ha consegnato alla morte. La pietra scartata dai costruttori è divenuta testata d'angolo; ecco l'opera del Signore: una meraviglia ai nostri occhi. Il salmo - grosso modo è quello di domenica scorsa – si rivela come un invito deciso e convinto a lodare il Signore. Un invito che non si ferma dentro i confini di Israele, ma raggiunge tutti i popoli della terra, quanti temono il Signore. La misericordia di Dio è stabile: "eterna" non solo nel tempo, come fondamento su cui si può costruire. Misericordia come pietra angolare che sostiene tutta la casa. Dio infatti è fedele alla sua promessa, e rimane stabile nel suo amore anche quando il popolo che si è scelto dimentica le sue leggi oppure ripete a memoria le parole, ma svuotandole di valore, rendendole suoni vuoti. Su questa fedeltà Dio rende stabile anche il suo popolo, che può confidare nell'amore di Dio. Un amore che sa fare cose nuove: tra questi prodigi soprattutto la vita nuova di Cristo: la pietra rifiutata dagli uomini e scelta da Dio per il tempio della sua gloria. Un commento per ragazzi "È stata una bella festa, davvero; peccato che sia già finita. Però possiamo trovarci ancora. Anzi, decidiamo subito quando ci troviamo la prossima volta"... e si fissa una data. Succede così tra amici, quando c'è stato qualcosa di bello che si è condiviso. E tutti si segnano bene l'appuntamento per non mancare, tanto è importante. Inoltre si passa parola con i loro amici per allargare il numero di chi può partecipare. È avvenuto così anche agli apostoli: si ritrovano nella stanza dell'ultima cena un gruppo di discepoli in cui spiccano gli Undici, che sono rimasti dopo che Giuda ha deciso di andarsene, avendo tradito Gesù. Anzi, all'inizio erano solo in dieci: mancava Tommaso. Questa apostolo assomiglia quasi a quanti non sono presenti alla festa, ai quali bisogna raccontare tutto. E fanno comunque fatica a capire, visto che non hanno provato direttamente la gioia di quella indimenticabile giornata. Nel nostra caso è Gesù stesso a dare appuntamento ai suoi amici, dopo essere apparso loro il primo giorno dopo il sabato. In quello stesso giorno in le donne erano andate al sepolcro per terminare le operazioni necessarie per imbalsamare il corpo di Gesù. In quel giorno anche Cleopa e il suo amico incontrano Gesù; e pure per loro si attua una sorpresa. Non lo riconoscono e si trovano a parlare proprio con lui, ma comprendono chi è solo quando spezza il pane. In ogni caso l'esperienza comune è la gioia di aver ritrovato Gesù, di aver mangiato con lui, dopo aver ascoltato le sue parole provato una serenità infinta. Davvero una bella esperienza, da ripetere quando possibile. Gesù comprende i loro sentimenti e li anticipa, dando loro appuntamento otto giorni dopo, sempre nel primo giorno della settimana, anche se allora era solo un giorno lavorativo...come il nostro lunedì. Solo dopo diverso tempo diventerà un giorno destinato al risposo...e all'incontro con Gesù. E "otto giorni dopo" c'è anche Tommaso, il primo di una lunga fila di amici che Gesù via via invita alla sua festa. Una lunga fila; infatti ci siamo anche noi, se alla domenica consideriamo un dono prezioso partecipare alla messa. A noi si riferisce l'ultima frase di Gesù in quella seconda domenica di pasqua: "beati quelli che pur nona vendo visto crederanno". Infatti noi non abbiamo mai posto le dita nei fori dei chiodi lasciati nelle mani e nei piedi di Gesù; non abbiamo messo la mano sul costato, trafitto dalla lancia. Eppure siamo suoi amici. A noi l'invito alla festa, la pasqua settimanale, lo portano i nostri genitori, i catechisti, il don e le suore. Ci sono persone che animano questa festa, e che ci aiutano a coinvolgerci in modo che anche noi possiamo sentirci accolti, felici di stare con Gesù e con tanti altri che come noi sono "beati" perché pur non avendo visto credono. Non abbiamo visto, certo, ma ascoltato sì. Non le parole di Gesù in aramaico, anche perché non riusciremo a comprenderle. Ma ciò che leggiamo nella Bibbia, e soprattutto quanto ascoltiamo nella celebrazione, sono le parole di Gesù. Infatti al termine della lettura si dice: "parola di Dio", "parola del Signore" e noi rispondiamo: "rendiamo grazie a Dio", e "glori a te o Cristo". È Dio che ci invita alla festa della pasqua, una festa preparata ogni settimana. Una festa che ci rende ricchi del suo dono. Un suggerimento per la preghiera Ti ringraziamo o Dio perché "in ogni Pasqua domenicale ci fai vivere le meraviglie della salvezza". Abbiamo accolto il tuo invito e ci ritroviamo attorno a Cristo, il Risorto. Ti chiediamo: "fa' che riconosciamo con la grazia dello Spirito il Signore presente nell'assemblea dei fratelli, per rendere testimonianza della sua risurrezione". |