Omelia (30-04-2006) |
don Remigio Menegatti |
Risplenda su di noi, Signore, la luce del tuo volto (245) Per comprendere la Parola di Dio alcune sottolineature La prima lettura (At 3, 13-15.17-19) presenta il discorso di Pietro che lega il fatto della morte e risurrezione di Cristo con la storia di salvezza precedente, per mostrare come sia proprio Gesù a realizzare le promesse e attuare pienamente l'alleanza di Dio. Gesù è presentato come Servo di Dio, Santo e Giusto, autore della vita. Pietro spiega anche che il rifiuto attuato dai capi del popolo è dovuto alla loro ignoranza; una chiusura superabile grazie alla misericordia di Dio, che dona a tutti la possibile salvezza, se l'uomo manifesta penitenza e voglia di conversione. Il vangelo (Lc 24, 35-48) riprende il racconto delle apparizioni, dopo le prime. Gli apostoli egli altri manifestano ancora stupore e paura, sono spaventati e pieni di dubbi. Gesù mostra che la sua non è l'immagine, come fosse un fantasma; è lui stesso, vivo. Una prova è il pasto che consuma con loro. Un'altra prova è la Parola di Dio che, debitamente ripresa dal Maestro, mostra che ciò che è avvenuto era già stato annunciato. Salmo 4 Quando ti invoco, rispondimi, Dio, mia giustizia: dalle angosce mi hai liberato; pietà di me, ascolta la mia preghiera. Sappiate che il Signore fa prodigi per il suo fedele: il Signore mi ascolta quando lo invoco. Offrite sacrifici di giustizia e confidate nel Signore. Molti dicono: «Chi ci farà vedere il bene?». Risplenda su di noi, Signore, la luce del tuo volto. In pace mi corico e subito mi addormento: tu solo, Signore, al sicuro mi fai riposare. Il salmo presenta la preghiera del fedele nel momento della sofferenza; una preghiera piena di fiducia. E tale fiducia trova il suo più solido fondamento nella fedeltà di Dio. Una fedeltà non solo imparata nella sinagoga, ma maturata nell'esperienza concreta, attraverso vicende tragiche, superate grazie al dono di Dio. Altre volte infatti il fedele si era rivolto al Signore e ha sperimentato la risposta alle sue richieste. Dio mostra il suo volto, che diventa come luce per coloro che camminano nelle tenebre. Anche nella sofferenza, chi confida nel Signore, non perde il sonno, non è agitato da incubi perché sa che può sperare nel Signore che gli mostra la sua bontà aiutandolo, e liberandolo dalla sua situazione negativa. Il Signore diventa così l'unico baluardo, la sola salvezza che l'uomo può invocare. Un commento per ragazzi Ai ragazzi piacciono le storie di terrore, di streghe e di magie: i successi di libri e di films, come pure di videogiochi, attestano questo gusto del mistero, del paranormale. Per lo meno siamo incuriositi per qualcosa di diverso dal solito, e quindi avvincente. Forse però se ci troviamo davanti a qualche morto reale, proviamo anche noi una certa paura e ci troviamo decisamente spiazzati. Non sappiamo se gli apostoli e gli altri amici di Gesù apprezzassero i racconti del terrore e di magia. Fatto sta che quando si trovano davanti Gesù vivo e vero, provano spavento e paura: credono di vedere un fantasma. Gesù li rassicura, chiedendo del cibo, per manifestare che è vivo, e mostra nuovamente i segni della passione - i fori dei chiodi - per confermare che è proprio lui, il Crocifisso che è risorto. Un'altra assicurazione nasce dalla Parola di Dio: a ben pensarci, si parlava nella Bibbia del servo di Dio, sofferente, ma vincitore, sottoposto a tante umiliazioni, e capace di manifestare la fedeltà di Dio superando tutte le insidie progettate contro di lui. Quel "sta scritto" che aveva aiutato Gesù di fronte alla tentazione, ora deve sostenere anche la fede fragile, perché ancora immatura, di quanti hanno seguito il Maestro e gli sono stati a fianco, ma solo fino alla cena pasquale. Poi hanno provato paura e sono fuggiti, a parte Giovanni; lo hanno pure rinnegato, come Pietro. Per non parlare di Giuda! È la stessa parola di Dio che ha aiutato a riscaldare il cuore dei due discepoli di Emmaus, tanto da portarli a rivolgere allo sconosciuto la richiesta: "resta con noi". Da questo fermarsi di Gesù nasce la loro scoperta e la corsa che subito fanno per tornare a Gerusalemme e raccontare che lo hanno incontrato e quindi è vivo. Tutto questo non toglie l'esigenza di fare un cammino nella fede, per passare da cose sentite narrare da altri, alla fede che si basa sulla propria esperienza dell'amore di Dio. Una fede che diventerà sempre più forte, così da essere testimoni di lui fino ai confini della terra. Infatti il Signore Gesù non è monopolio del popolo eletto; la sua risurrezione coinvolge non solo quanti si trovano a Gerusalemme in quei giorni. Attraverso di loro, grazie alla loro fede, basandosi sulla loro esperienza, tutti possono incontrare il Cristo e attraverso di lui entrare in piena comunione con il Padre, felice che non manchi nessuno dei suoi figli alla festa del suo Regno. Noi non riusciremo a vedere Gesù in carne ed ossa. E forse, se questo accadesse, facilmente sarebbe maggiore lo spaventa della gioia, la paura rispetto alla soddisfazione di aver incontrato Gesù vivo e vero. Non vogliamo però rimanere esclusi: volgiamo diventare suoi amici e possiamo sfruttare uno strumento più semplice, ma efficace: la Parola di Dio che ci conferma che lui è vivo. Una parola che parla con chiarezza a chi è abituato a leggerla e ascoltarla: in famiglia, in gruppo, nella liturgia, anche personalmente per la preghiera come pure preparandosi alla confessione. Una parola preziosa, per non trovarsi fra qualche anno a considerare Gesù come un fantasma, uno di cui abbiamo sentito parlare, ma che riteniamo inesistente. Un suggerimento per la preghiera Sei grande o Padre, perché "nella gloriosa morte del tuo Figlio" tu "hai posto il fondamento della riconciliazione e della pace". Ti chiediamo di aprire anche "il nostro cuore alla vera conversione" così che anche noi possiamo diventare "testimoni dell'umanità nuova, pacificata nel tuo amore". La tua Parola ci guidi come lampada e ci stimoli con la forza dello Spirito che tu ci doni. |