Omelia (09-04-2006)
CPM-ITALIA Centri di Preparazione al Matrimonio (coppie - famiglie)
Commento Marco 14,1- 15,47 (forma breve: Marco 15,1-39)

Rami di ulivo, foglie di palma, fronde tagliate dai campi. Gesù entra trionfante in Gerusalemme, entra nella gioia di ogni cuore fedele. E' il Messia annunciato, atteso da secoli, ma cavalca un asinello e non il destriero atto alla guerra come lo attendevano i Giudei. Messia che porta la pace, che illumina con la Sua presenza quanti praticano la giustizia e solleva i poveri dall'indigenza.
Gesù, il Messia, non si lascia vincere dalla tentazione che solleva l'accoglienza riservatagli dagli abitanti di Gerusalemme, ancora oggi per rimanere uniti a Lui si deve saper vincere le tentazioni della ricchezza, del potere, dell'unirsi a "quelli che contano" alle persone importanti siano scribi, farisei, sadducei e rimanere, come popolo di Dio, con i piccoli per portare frutti di opere buone, affinché le liturgie che sono praticate nella fede trovino riscontro e vita nella quotidianità dei rapporti, con il paziente ascolto, il prudente consiglio, aiutando sposi, genitori, figli a superare i monti di difficoltà e di crisi. L'osanna della domenica delle Palme fa da sfondo alla settimana di passione che a sua volta dispiega tutta la sua verità salvifica nella domenica di Pasqua, di Risurrezione, di Elevazione.
Il disegno di Dio è disegno di salvezza che si realizza nel bene vincendo il male, la fede chiama, invoca a credere che niente e nessuno andrà perduto perché l'amore di Dio e la Sua gloria sono stati, sono e saranno vincenti, il Padre ama i figli e non permette che neppure uno vada perduto.

..."ALLORA IL CENTURIONE CHE GLI STAVA DI FRONTE, VISTOLO SPIRARE IN QUEL MODO, DISSE: "VERAMENTE QUEST'UOMO ERA FIGLIO DI DIO"...(Mc 15,39)
L'evangelista Marco, dopo i tanti anni trascorsi dall'avvenimento, ricorda e tramanda tale frase.
Confrontando con la grandiosità dell'evento, con la drammaticità del momento in cui si realizza la morte di Gesù, il buio, la voce di Gesù, i commenti dei presenti, il forte grido, lo spirare di Gesù, il velo del tempio che si squarcia, Marco racconta l'osservazione del centurione.
L'affermazione che le Scritture sono ispirate è convalidata da questa piccola grande annotazione.
Ai piedi della croce con la madre, il discepolo amato, i pochi fedeli e le pie donne è il mondo intero.
E' l'anonimo centurione, il pagano, l'infedele, il dominatore di quel mondo. E' l'umanità intera che libera da pregiudizi e dall'arrogante superbia del sapere in virtù della forza bruta, della conoscenza puramente e solamente fisica, sa cercare e vedere "l'oltre" quello che non si vede con l'occhio dei sensi, ma si scorge e si scopre con lo sguardo d'amore che vede più lontano e penetra nel profondo: "questo uomo era il Figlio di Dio". E' Figlio di Dio.

..." GESU' CRISTO, PUR ESSENDO DI NATURA DIVINA, NON CONSIDERO' UN TESORO GELOSO LA SUA UGUAGLIANZA CON DIO, MA SPOGLIO' SE STESSO, ASSUMENDO LA CONDIZIONE DI SERVO"...( Fil 2,6-7)
San Paolo, con poche ma stupende parole tocca il centro, l'apice della rivelazione di Gesù vero uomo, vero Dio. Quale uomo, solamente uomo, è capace di immaginare e realizzare che dalla sua umiliazione, dal suo abbassamento, può derivare l' "esaltazione", dalla crocifissione, come schiavo, all'altare come Dio".
L'umana mentalità fa pensare che di più potere e autorità si può disporre maggiore è il bene che deriva a sé e agli amici, ai fedeli, ai seguaci. Gesù capovolge tale ragione e spoglia se stesso, diventa servo, i secoli dei secoli cantano ancora e proclamano che "Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre".

..."ANNUNZIERO' IL TUO NOME AI MIEI FRATELLI, TI LODERO' IN MEZZO ALL'ASSEMBLEA"...( Sal 21)
E' il salmo che Gesù ha recitato come preghiera, quando era inchiodato alla croce. Compiuta la più alta testimonianza d'amore che come uomo, come Verbo Incarnato, potesse compiere, si abbandona al Padre. Il salmo, com'è ripetuto nel ritornello, inizia con parole di vera sofferenza, non di disperazione: " Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?" L'esperienza della crocifissione non è per Gesù una sceneggiata, un far finta. Gesù in quegli estremi momenti sente tutto il dolore e la sofferenza degli uomini, che sono perseguitati, oppressi, violentati, "offesi", sente, condivide il dolore, lo prende su di sé, non toglie il male dal mondo, ma se ne fa carico, libera l'uomo che crede in Lui dal "peso della crosta del peccato" che lo rende schiavo. Il salmista illuminato da questa visione termina il salmo con parole di ringraziamento, il sangue innocente non è speso invano, il Signore ha ascoltato il grido d'aiuto, si è fatto vicino, è corso in soccorso ed il fedele può lodare ancora una volta il Signore in mezzo all'assemblea.
La sofferenza inflitte ingiustamente al piccolo innocente è trasfigurata in grazia che feconda il volto della terra. Essere aperti con fede in un mondo migliore, operare con fede perché il mondo diventi migliore.

..."IL SIGNORE MI HA DATO UNA LINGUA DA INIZIATI, PERCHE' IO SAPPIA INDIRIZZARE ALLO SFIDUCIATO UNA PAROLA"...( Is 50,4)
Isaia in questo brano conosciuto come "il terzo canto del servo del Signore", somatizza le caratteristiche proprie del fedele seguace del Signore. Ha la saggezza di mettersi in ascolto "mi ha aperto l'orecchio...fa attento il mio orecchio" ed è reso capace, in virtù della sua fede, di sopportare offese e insulti. Ha la certezza di non rimanere deluso nella sua aspettativa, il Signore è con Lui, non lo abbandona, le sofferenze a cui è sottoposto non sono volute da Dio, ma dalle malvagità degli uomini. Il Signore è vicino al suo servo, "lo assiste" dà la forza di resistere e di continuare a predicare e praticare l'amore anche nei peggiori momenti di persecuzione. (la flagellazione)
Il servo del Signore, il profeta perseguitato, non solo rimane fermo nella sua fede, nella giustizia di Dio, ma si rivolge a tutti gli uomini sfiduciati, soggetti a sofferenze analoghe, perché a loro volta non si perdano d'animo, ma siano pronti e coraggiosi, affrontino la prova e con il Suo aiuto trovino tutti i mezzi pacifici per opporre resistenza al male, affinché anche i più piccoli, i più abbandonati possano crescere e cantare la lode a Dio.

REVISIONE DI VITA
1. Condivido realmente le celebrazioni liturgiche, le vivo intimamente, cerco di capirle nel loro significato reale?
2. Credo veramente che Gesù viene pieno di bontà e misericordia? Come rispondo?
3. Gesù come modello di vita, con umiltà aiuta e solleva gli uomini doloranti, come posso imitarlo?
4. Ho la volontà e mi preparo per dare coraggio agli sfiduciati?

Commento a cura di Michele Colella di Genova