Omelia (13-04-2006)
don Marco Pratesi
Il Pane della Pasqua

Durante l'ultima cena Gesù si sente nella situazione in cui un tempo si era trovato Israele davanti al Mar Rosso, situazione senza prospettive, senza vie di fuga: oramai egli ha di fronte la morte. Mangiando coi suoi la cena pasquale, memoriale del passaggio d'Israele attraverso il mare (laddove per l'uomo non c'è alcuna via) verso la libertà, Gesù ha attualizzato il senso dell'antica pasqua: la mia vita che si spezza è questo pane che si spezza, questo pane spezzato sono io stesso. Morendo, divento pane, generatore di vita, alimento di vita per altri. Ecco che laddove umanamente non c'è alcun passaggio, alcun significato, alcuna possibilità, si apre - Dio apre - una strada, un senso, una prospettiva addirittura immensa.
Talmente immensa e nuova che non ci sono parole adeguate per dirla. La parola migliore che la esprime è, appunto, un segno: il segno semplice, familiare, quotidiano, del pane che si spezza e si lascia mangiare.
Il modo in cui noi possiamo entrare nella morte vivificante di Gesù è: mangiare il suo Pane ascoltando la sua Parola. Qui è racchiusa ogni possibile risposta alle nostre domande e problemi: risposta non cattedratica ed elitaria, ma concreta e per ogni uomo - genialità veramente degna di Dio.
L'eucaristia è il pane dei piccoli: "O res mirabilis, manducat Dominum pauper, servus et humilis"*. Nel pane eucaristico ci è dato ogni nutrimento: a condizione che siamo poveri. Riusciamo a trovare il nostro nutrimento, ciò di cui abbiamo bisogno per vivere, in questo pane? Cerchiamo altro?
Il Pane eucaristico apre ai nostri giorni una visuale inaspettata, infinita. Esso, lungo il passare dei giorni, introduce la vita nel cuore di questa quotidiana morte che ci troviamo a sperimentare. "Terra morientium" (terra di morenti) la nostra, dice S. Agostino.
E quando avremo di fronte a noi soltanto la morte, allora, oramai esperti della forza della risurrezione data nel pane eucaristico, potremo accingerci fiduciosi a quest'ultima traversata, ultima pasqua, che ci immetterà definitivamente, superata la morte, nella "terra dei viventi". Amen.

* O cosa meravigliosa: mangia il Signore il povero, il servo e l'umile.

All'offertorio:
Pregate fratelli e sorelle perché questo sacrificio ci renda compartecipi della passione del Signore, e sia gradito a Dio Padre Onnipotente.

Al Padre Nostro:
Chiediamo al Padre che ci dia il pane necessario per la vita del corpo e dello spirito: