Omelia (23-04-2006) |
Suor Giuseppina Pisano o.p. |
Commento a Gv 20,19 31 La liturgia eucaristica di questa seconda domenica di Pasqua, offre alla riflessione il racconto che, della resurrezione di Cristo, fa l'evangelista Giovanni; se nella narrazione di Marco, compaiono i segni dell'assenza, e l'annuncio della resurrezione è dato dall'Angelo, qui ci troviamo, subito, alla presenza del Risorto: "La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli, per timore del Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono..." La paura è dissolta, proprio da quella Presenza. Nel luogo, ove i discepoli si erano rifugiati, per evitare rappresaglie da parte dei Giudei, entra Gesù, mentre le porte restano chiuse, entra e consegna il dono della pace, la sua pace; entra, e la sua Presenza non reca turbamento, ma gioia. La Resurrezione di Cristo, è, veramente, un Mistero, il mistero grande del Vivente, che si rivela nel corpo martoriato, quello che ha attraversato la morte, l' ha vinta definitivamente, ed è ormai trasfigurato, pur mantenendo i "segni " della passione; segni importanti, se l'Evangelista, per ben due volte, nel racconto, li sottolinea: "...mostrò loro le mani e il costato.... Tommaso, metti qua il tuo dito e guarda le mie mani stendi la tua mano, e mettila nel mio costato...." Sono i segni visibili, tangibili, dell'amore; e di amore parla, appunto, la Liturgia di questa domenica. Nel lungo discorso di addio, in quell'ultima cena, prima di uscire dal cenacolo e consegnarsi nelle mani dei nemici, Gesù aveva esortato all'amore e alla fede in lui, una fede senza paure: "..non si turbi il vostro cuore, credete in Dio, e credete anche in me...che vado a preparavi un posto...e dove io vado ne conoscete la via.....Io sono la via, la verità e la vita...Credetemi, io sono nel Padre e il Padre è in me... chi crede in me, le opere che io faccio, anche lui le farà e ne farà di più grandi.....Non vi lascerò orfani, ritornerò da voi,...voi mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete....Il Paraclito, lo Spirito Santo, che il Padre manderà nel mio nome, Lui, vi insegnerà tutto e vi farà ricordare tutto ciò che io vi ho detto....Vi lascio la pace, vi do la mia pace, non si turbi il vostro cuore e non si abbatta" ( Gv.14,1-27 ) Ed ecco, che, quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, verso sera, Gesù risorto è tra i suoi e conferma le promesse, col dono della pace, la consegna della missione:" Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi" e il dono dello Spirito: " Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete resteranno non rimessi." La potenza dell'amore misericordioso di Dio, passa ora, attraverso il Figlio, nelle mani e nel cuore dei suoi discepoli, quel primo nucleo di Chiesa, che avrebbe tenuto viva e visibile la presenza del Maestro e avrebbe portato la salvezza a tutti gli uomini di tutti i tempi. Non c'è grazia né amore più grande, non c'è dono che possa eguagliare quello che viene dalla morte e resurrezione di Cristo, nel quale ogni creatura, e, prima fra tutte, l'uomo è fatta nuova, nella novità della fede e dell'amore, ed è resa forte nello Spirito. In altra occasione, Gesù, ad un paralitico che chiedeva d'esser guarito aveva detto: "Figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati " e a quanti avevano contestato questo suo potere aveva risposto: ".. perché sappiate che il Figlio dell'uomo ha il potere, sulla terra, di rimettere i peccati: «Ti ordino, alzati, prendi il tuo lettuccio e va' a casa tua.» " ( Mc.2, 1 12 13 ) Ora, questo potere è affidato ai suoi che, nella Chiesa divengono i ministri della Misericordia che risana, " ministri del Sangue", dirà Caterina da Siena, quel sangue versato, che ridona la vita e consente all'umanità riconciliata in Cristo, di vivere in comunione con Dio. Una vita nuova è la grazia della Pasqua, una vita sostenuta dalla fede, nella Verità che è Cristo e dall' Amore, che è lo Spirito Santo, effuso sugli uomini e sulla creazione intera. "Tutto ciò che è nato da Dio, scrive Giovanni nella sua prima lettera, vince il mondo; e questa è la vittoria che ha sconfitto il mondo: la nostra fede. E chi è che vince il mondo se non chi crede che Gesù è il Figlio di Dio? Questi è colui che è venuto con acqua e sangue, Gesù Cristo; non con acqua soltanto, ma con l'acqua e con il sangue....( 1 Gv 5,1 6 ) La fede: un dono grande, una luce ineffabile, una certezza che non chiede ragioni; tuttavia sappiamo che, talvolta, essa ha un percorso faticoso, oscurato dai dubbi; essa può anche esser difficile. Capitò anche tra i Dodici, a Tommaso, detto 'Didimo'; egli stenta a credere, che la figura apparsa ai suoi compagni, sia realmente il Signore Gesù risorto: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò». Quando il dubbio è onesto, quando non c'è arroganza, quando, veramente, ci si interroga e non si riesce ad andare oltre il visibile, la misericordia di Dio soccorre. "Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo, in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, si fermò in mezzo a loro.." Non c'è rimprovero, c'è una grande tenerezza, verso quel discepolo, sempre in cerca di conferme, un uomo come tanti di noi, ancor oggi. Che risonanza abbia avuto nel cuore di Tommaso quel mettere il dito nelle piaghe del suo Maestro, il Vangelo non lo dice, ma in quell'esclamazione: «Mio Signore e mio Dio!», c'è tutta la trasformazione interiore del discepolo, ormai chiaramente credente come gli altri. «Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!» Cristo risorto proclama l'ultima beatitudine, che si riallaccia perfettamente alla prima che fu proclamata per sua Madre, "beata te che hai creduto!", ( Lc. 1,45 ) ed è la nostra beatitudine, di noi che, ormai lontani nel tempo da quegli accadimenti, guidati dallo Spirito, che illumina e sostiene la Chiesa, crediamo, senza vedere né toccare, crediamo, amiamo ed operiamo rendendo visibile il Risorto, anche in questo nostro tempo. Sr Mariarita Pisano o.p. Monastero Domenicano SS.mo Rosario Marino Laziale RM "Tutto ciò che è nato da Dio, scrive Giovanni nella sua prima lettera, vince il mondo; e questa è la vittoria che ha sconfitto il mondo: la nostra fede. E chi è che vince il mondo se non chi crede che Gesù è il Figlio di Dio? Questi è colui che è venuto con acqua e sangue, Gesù Cristo; non con acqua soltanto, ma con l'acqua e con il sangue....( 1 Gv 5,1 6 ) |