Omelia (09-04-2006) |
padre Antonio Rungi |
Cristo, nostra misericordia e bonta' La liturgia odierna ci ricorda l'ingresso di Gesù in Gerusalemme, una settimana prima della celebrazione della Pasqua ebraica e che diventerà la sua Pasqua, quella della sua morte e risurrezione. Un ingresso trionfale, come ci ricordano i Vangeli ed i cronisti del tempo. Gesù è osannato, è chiamato Colui che viene nel nome del Signore. "Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Benedetto il regno che viene, del nostro padre Davide! Osanna nel più alto dei cieli!". Un ingresso salutato con speranza da parte di coloro che avevano fiducia in Lui. Un ingresso che si trasformerà, da lì a pochi giorni, un cammino verso la Croce e la sofferta Morte del Maestro sul Golgota; ma anche il preludio alla risurrezione e alla rinascita dell'umanità. Gesù sull'asinello, la gente che gioiosa sventola le palme per salutarlo ed accoglierlo con speranza, il suo cammino tra quelle persone fiduciose, è un cammino trionfale, è il cammino del Re-Messia, che celebrerà la sua vittoria sul male e sulla morte nel mistero della Croce e della Risurrezione. Domenica delle Palme e anche domenica della pace, della riconciliazione, in quanto la Parola di Dio ci presenta il Mistero del Divin Crocifisso. La Lettura del racconto della Passione di nostro Signore Gesù Cristo che si fa in questo giorno in tutte le chiese, dopo la benedizione delle palme e la processione verso la Chiesa con i rami d'ulivo benedetto, classifica questa domenica come Domenica della Passione. E tutta la liturgia della parola invita a riflettere su Gesù Crocifisso e morto per la nostra salvezza, ponendo all'attenzione della nostra mente e del nostro cuore le grandi sofferenze patite dal Signore per amore nostro. Sia il testo del profeta Isaia e sia quello della Lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi mettono in risalto questo aspetto della vita del Cristo: "Il Signore Dio mi ha dato una lingua da iniziati, perché io sappia indirizzare allo sfiduciato una parola. Ogni mattina fa attento il mio orecchio perché io ascolti come gli iniziati. Il Signore Dio mi ha aperto l'orecchio e io non ho opposto resistenza, non mi sono tirato indietro. Ho presentato il dorso ai flagellatori, la guancia a coloro che mi strappavano la barba; non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi. Il Signore Dio mi assiste, per questo non resto confuso, per questo rendo la mia faccia dura come pietra, sapendo di non restare deluso". E' il canto del Servo sofferente di Javhè, che prefigura la persona di Gesù Cristo, che patì per noi e morì per noi. Il testo della lettera paolina focalizza meglio la missione di Cristo nel mondo, missione che porta a compimento nella morte e risurrezione: "Cristo Gesù, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce. Per questo Dio l'ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome; perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra; e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre". Umiltà, obbedienza di Cristo al Padre, la centralità di Gesù nel mistero della redenzione sono tematiche teologiche e dottrinali che in questo inizio di settimana santa è opportuno considerare, per prepararsi a celebrare degnamente la santa Pasqua. Il racconto della Passione secondo il Vangelo di Marco che ci accompagnerà durante la giornata della Pace, come viene definita la Domenica delle Palme, ci aiuta a capire meglio quale atteggiamento bisogna avere verso i nostri fratelli, fossero anche i nostri più acerrimi nemici ed oppressori. "Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno", è l'insegnamento della misericordia di Dio che ci viene in questa domenica speciale. Ci scambieremo il simbolo della pace e della riconciliazione. Ci auguriamo che non sia solo una tradizione, una formalità, un'usanza alla quale non ci possiamo sottrarre, ma che sia espressione di una volontà sincera di perdonare e di chiedere perdono a quanti abbiamo offeso o fatto soffrire per le nostre personali decisioni e per i nostri comportamenti. Davanti ad un mondo segnato da violenze sui bambini, anziani, ammalati e offese di ogni genere, il mistero della Croce di Cristo ci aiuti ad indirizzare la nostra vita e quella dei nostri fratelli nel segno dell'amore e della misericordia e bandire ogni forma di violenza ed offesa a qualsiasi persona e alla stessa creazione. Che la Domenica delle Palme o di Passione sia davvero il giorno del Signore nel quale vogliamo esprimere la nostra passione per la vita e della sua difesa in ogni momento, dal primo concepimento fino all'ultimo istante della sua esistenza terrena, anche se questa vita tante volte è segnata dalla malattia e dalle sofferenze più indicibili, come quelle del Cristo sulla Croce, che oggi ricordiamo in modo particolare. |