Omelia (14-04-2006) |
a cura dei Carmelitani |
La Passione di Gesù secondo Giovanni 1. Raccogliamoci in preghiera – Statio Vieni, tu refrigerio, delizia e nutrimento delle anime nostre. Vieni, e togli tutto quello che è di mio, e infondi in me solo quello che è tuo. Vieni, tu che sei nutrimento d'ogni casto pensiero, circolo d'ogni clemenza e cumulo d'ogni purità. Vieni e consuma in me tutto quello che è cagione che io non possa essere consumata da te. Vieni, o Spirito, che sei sempre col Padre e con lo Sposo, e riposati sopra le spose dello Sposo. (S. Maria Maddalena de' Pazzi, O.Carm., in La Probatione ii, 193-194.) 2. Lettura orante della Parola – Lectio Dal Vangelo secondo Giovanni Detto questo, Gesù uscì con i suoi discepoli e andò di là dal torrente Cèdron, dove c'era un giardino nel quale entrò con i suoi discepoli. Anche Giuda, il traditore, conosceva quel posto, perché Gesù vi si ritirava spesso con i suoi discepoli. Giuda dunque, preso un distaccamento di soldati e delle guardie fornite dai sommi sacerdoti e dai farisei, si recò là con lanterne, torce e armi. Gesù allora, conoscendo tutto quello che gli doveva accadere, si fece innanzi e disse loro: «Chi cercate?». Gli risposero: «Gesù, il Nazareno». Disse loro Gesù: «Sono io!». Vi era là con loro anche Giuda, il traditore. Appena disse «Sono io», indietreggiarono e caddero a terra. Domandò loro di nuovo: «Chi cercate?». Risposero: «Gesù, il Nazareno». Gesù replicò: «Vi ho detto che sono io. Se dunque cercate me, lasciate che questi se ne vadano». Perché s'adempisse la parola che egli aveva detto: «Non ho perduto nessuno di quelli che mi hai dato». Allora Simon Pietro, che aveva una spada, la trasse fuori e colpì il servo del sommo sacerdote e gli tagliò l'orecchio destro. Quel servo si chiamava Malco. Gesù allora disse a Pietro: «Rimetti la tua spada nel fodero; non devo forse bere il calice che il Padre mi ha dato?». Gesù davanti ad Anna e a Caifa. Rinnegamenti di Pietro Allora il distaccamento con il comandante e le guardie dei Giudei afferrarono Gesù, lo legarono e lo condussero prima da Anna: egli era infatti suocero di Caifa', che era sommo sacerdote in quell'anno. Caifa poi era quello che aveva consigliato ai Giudei: «E' meglio che un uomo solo muoia per il popolo». Intanto Simon Pietro seguiva Gesù insieme con un altro discepolo. Questo discepolo era conosciuto dal sommo sacerdote e perciò entrò con Gesù nel cortile del sommo sacerdote; Pietro invece si fermò fuori, vicino alla porta. Allora quell'altro discepolo, noto al sommo sacerdote, tornò fuori, parlò alla portinaia e fece entrare anche Pietro. E la giovane portinaia disse a Pietro: «Forse anche tu sei dei discepoli di quest'uomo?». Egli rispose: «Non lo sono». Intanto i servi e le guardie avevano acceso un fuoco, perché faceva freddo, e si scaldavano; anche Pietro stava con loro e si scaldava. Allora il sommo sacerdote interrogò Gesù riguardo ai suoi discepoli e alla sua dottrina. Gesù gli rispose: «Io ho parlato al mondo apertamente; ho sempre insegnato nella sinagoga e nel tempio, dove tutti i Giudei si riuniscono, e non ho mai detto nulla di nascosto. Perché interroghi me? Interroga quelli che hanno udito ciò che ho detto loro; ecco, essi sanno che cosa ho detto». Aveva appena detto questo, che una delle guardie presenti diede uno schiaffo a Gesù, dicendo: «Così rispondi al sommo sacerdote?». Gli rispose Gesù: «Se ho parlato male, dimostrami dov'è il male; ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?». Allora Anna lo mandò legato a Caifa', sommo sacerdote. Intanto Simon Pietro stava là a scaldarsi. Gli dissero: «Non sei anche tu dei suoi discepoli?». Egli lo negò e disse: «Non lo sono». Ma uno dei servi del sommo sacerdote, parente di quello a cui Pietro aveva tagliato l'orecchio, disse: «Non ti ho forse visto con lui nel giardino?». Pietro negò di nuovo, e subito un gallo cantò. Gesù davanti a Pilato Allora condussero Gesù dalla casa di Caifa nel pretorio. Era l'alba ed essi non vollero entrare nel pretorio per non contaminarsi e poter mangiare la Pasqua. Uscì dunque Pilato verso di loro e domandò: «Che accusa portate contro quest'uomo?». Gli risposero: «Se non fosse un malfattore, non te l'avremmo consegnato». Allora Pilato disse loro: «Prendetelo voi e giudicatelo secondo la vostra legge!». Gli risposero i Giudei: «A noi non è consentito mettere a morte nessuno». Così si adempivano le parole che Gesù aveva detto indicando di quale morte doveva morire. Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: «Tu sei il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te oppure altri te l'hanno detto sul mio conto?». Pilato rispose: «Sono io forse Giudeo? La tua gente e i sommi sacerdoti ti hanno consegnato a me; che cosa hai fatto?». Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici; io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce». Gli dice Pilato: «Che cos'è la verità?». E detto questo uscì di nuovo verso i Giudei e disse loro: «Io non trovo in lui nessuna colpa. Vi è tra voi l'usanza che io vi liberi uno per la Pasqua: volete dunque che io vi liberi il re dei Giudei?». Allora essi gridarono di nuovo: «Non costui, ma Barabba!». Barabba era un brigante. Allora Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare. E i soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un mantello di porpora; quindi gli venivano davanti e gli dicevano: «Salve, re dei Giudei!». E gli davano schiaffi. Pilato intanto uscì di nuovo e disse loro: «Ecco, io ve lo conduco fuori, perché sappiate che non trovo in lui nessuna colpa». Allora Gesù uscì, portando la corona di spine e il mantello di porpora. E Pilato disse loro: «Ecco l'uomo!». Al vederlo i sommi sacerdoti e le guardie gridarono: «Crocifiggilo, crocifiggilo!». Disse loro Pilato: «Prendetelo voi e crocifiggetelo; io non trovo in lui nessuna colpa». Gli risposero i Giudei: «Noi abbiamo una legge e secondo questa legge deve morire, perché si è fatto Figlio di Dio». All'udire queste parole, Pilato ebbe ancor più paura ed entrato di nuovo nel pretorio disse a Gesù: «Di dove sei?». Ma Gesù non gli diede risposta. Gli disse allora Pilato: «Non mi parli? Non sai che ho il potere di metterti in libertà e il potere di metterti in croce?». Rispose Gesù: «Tu non avresti nessun potere su di me, se non ti fosse stato dato dall'alto. Per questo chi mi ha consegnato nelle tue mani ha una colpa più grande». La condanna a morte Da quel momento Pilato cercava di liberarlo; ma i Giudei gridarono: «Se liberi costui, non sei amico di Cesare! Chiunque infatti si fa re si mette contro Cesare». Udite queste parole, Pilato fece condurre fuori Gesù e sedette nel tribunale, nel luogo chiamato Litòstroto, in ebraico Gabbatà. Era la Preparazione della Pasqua, verso mezzogiorno. Pilato disse ai Giudei: «Ecco il vostro re!». Ma quelli gridarono: «Via, via, crocifiggilo!». Disse loro Pilato: «Metterò in croce il vostro re?». Risposero i sommi sacerdoti: «Non abbiamo altro re all'infuori di Cesare». Allora lo consegnò loro perché fosse crocifisso. La crocifissione Essi allora presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo del Cranio, detto in ebraico Gòlgota, dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall'altra, e Gesù nel mezzo. Pilato compose anche l'iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: «Gesù il Nazareno, il re dei Giudei». Molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove fu crocifisso Gesù era vicino alla città; era scritta in ebraico, in latino e in greco. I sommi sacerdoti dei Giudei dissero allora a Pilato: «Non scrivere: il re dei Giudei, ma che egli ha detto: Io sono il re dei Giudei». Rispose Pilato: «Ciò che ho scritto, ho scritto». La divisione dei vestiti I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti e ne fecero quattro parti, una per ciascun soldato, e la tunica. Ora quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d'un pezzo da cima a fondo. Perciò dissero tra loro: Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca. Così si adempiva la Scrittura: Si son divise tra loro le mie vesti e sulla mia tunica han gettato la sorte. Gesù e sua madre Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco il tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco la tua madre!». E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa. La morte di Gesù Dopo questo, Gesù, sapendo che ogni cosa era stata ormai compiuta, disse per adempiere la Scrittura: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno d'aceto; posero perciò una spugna imbevuta di aceto in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. E dopo aver ricevuto l'aceto, Gesù disse: «Tutto è compiuto!». E, chinato il capo, spirò. Il colpo di lancia Era il giorno della Preparazione e i Giudei, perché i corpi non rimanessero in croce durante il sabato (era infatti un giorno solenne quel sabato), chiesero a Pilato che fossero loro spezzate le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe al primo e poi all'altro che era stato crocifisso insieme con lui. Venuti però da Gesù e vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati gli colpì il fianco con la lancia e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera e egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. Questo infatti avvenne perché si adempisse la Scrittura: Non gli sarà spezzato alcun osso. E un altro passo della Scrittura dice ancora: Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto. La sepoltura Dopo questi fatti, Giuseppe d'Arimatèa, che era discepolo di Gesù, ma di nascosto per timore dei Giudei, chiese a Pilato di prendere il corpo di Gesù. Pilato lo concesse. Allora egli andò e prese il corpo di Gesù. Vi andò anche Nicodèmo, quello che in precedenza era andato da lui di notte, e portò una mistura di mirra e di aloe di circa cento libbre. Essi presero allora il corpo di Gesù, e lo avvolsero in bende insieme con oli aromatici, com'è usanza seppellire per i Giudei. Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora deposto. Là dunque deposero Gesù, a motivo della Preparazione dei Giudei, poiché quel sepolcro era vicino. 3. Ruminare la Parola – Meditatio 3.1. Chiave di lettura: - Gesù padrone della sua sorte Vorrei proporvi di raccoglierci con lo spirito di Maria, sotto la croce di Gesù. Lei, donna forte che ha colto tutto il significato di questo evento della passione e morte del Signore, ci aiuterà a volgere uno sguardo contemplativo sul crocifisso (Gv 19, 25–27). Ci troviamo nel capitolo 19 del vangelo di Giovanni, che apre con la scena della flagellazione e la coronazione di spine. Pilato presenta Gesù ai sommi sacerdoti e alle guardie: "Gesù il Nazareno, il re dei Giudei" che gridano la sua morte in croce (Gv 19, 6). Comincia così per Gesù il cammino della croce verso il Gòlgota, dove sarà crocifisso. Nel racconto della Passione secondo Giovanni, Gesù si rivela padrone di se stesso, controllando così tutto quello che gli succede. Il testo giovanneo abbonda di frasi che indicano a questa realtà teologica, di Gesù che offre la sua vita. Gli eventi della passione lui le subisce attivamente non passivamente. Portiamo qui solo alcuni esempi facendo enfasi su alcune frasi e parole. Il lettore ne può trovare altri: Gesù allora, conoscendo tutto quello che gli doveva accadere, si fece innanzi e disse loro: "Chi cercate?". Gli risposero: "Gesù, il Nazareno". Disse loro Gesù: "Sono io!". Vi era là con loro anche Giuda, il traditore. Appena disse "Sono io", indietreggiarono e caddero a terra. Domandò loro di nuovo: "Chi cercate?". Risposero: "Gesù, il Nazareno". Gesù replicò: "Vi ho detto che sono io. Se dunque cercate me, lasciate che questi se ne vadano". Perché "Allora Gesù uscì, portando la corona di spine e il mantello di porpora" (Gv 19, 5), A Pilato dice: "Tu non avresti nessun potere su di me, se non ti fosse stato dato dall'alto." (Gv 19, 11). Anche sulla croce Gesù prende parte attiva alla sua morte, non si lascia uccidere come i ladroni ai quali vengono spezzate le gambe (Gv 19, 31-33), ma consegna il suo spirito (Gv 19, 30). Molto importanti i dettagli portati dall'evangelista: "Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: "Donna, ecco il tuo figlio!". Poi disse al discepolo: "Ecco la tua madre!"." (Gv 19, 26-27). Queste parole semplici di Gesù portano il peso della rivelazione, parole con le quali, egli ci rivela la sua volontà: "ecco tuo figlio (v. 26); "ecco tua madre" (v. 27). Parole che ci rimandano a quelle pronunciate da Pilato sul litostrotos: "Ecco l'uomo" (Gv 19, 5). Qui Gesù, dalla croce, suo trono, rivela la sua volontà e il suo amore per noi. Egli è l'agnello di Dio, il pastore che da la sua vita per le pecorelle. In quel momento, presso la croce, egli partorisce la Chiesa, rappresentata da Maria, sua sorella, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala con il discepolo amato (Gv 19, 25). - Discepoli amati e fedeli Il quarto vangelo specifica che questi discepoli "stavano presso la croce" (Gv 19, 25-26). Un dettaglio questo di significato profondo. Solo il quarto vangelo ci racconta che queste cinque persone stavano presso la croce. Gli altri evanġ elisti non specificano. Luca per esempio, racconta che tutti quelli che lo conobbero seguivano tutto da lontano (Lc 23, 49). Pure Matteo riporta che molte donne seguivano da lontano questi eventi. Queste donne, avevano seguito Gesù fin dalla Galilea e lo servivano. Ma adesso lo seguivano da lontano (Mt 27, 55–56). Marco come pure Matteo ci offre i nomi di quelli che seguivano la morte di Gesù da lontano. (Mc 15, 40-41). Solo il quarto vangelo perciò, specifica che la madre di Gesù con le altre donne e il discepolo amato "stavano presso la croce". Stavano li, come servi al loro re. Sono coraggiosamente presenti nel momento in cui Gesù dichiara che ormai "tutto è compiuto" (Gv 19, 30). La madre di Gesù è presente all'ora che finalmente "è giunta". Quell'ora preannunziata nelle nozze di Cana (Gv 2, 1ss). Il quarto vangelo aveva notato anche in quel momento che "la madre di Gesù era là" (Gv 2, 1). Perciò colui che rimane fedele al Signore nella sua sorte, egli è il discepolo amato. L'evangelista lascia in anonimato questo discepolo così ciascuno di noi potrà rispecchiarsi in lui che ha conosciuto i misteri del Signore, appoggiando il capo sul petto di Gesù durante l'ultima cena (Gv 13, 25). 3.1.1. Domande e suggerimenti per orientare la meditazione e l'attualizzazione ● Leggi un'altra volta il brano del vangelo, e trova nella Bibbia tutti i testi citati nella chiave di lettura. Cerca di trovarne altri testi paralleli che ti aiutino a penetrare a fondo il testo in meditazione. ● Con il tuo spirito, aiutato dalla lettura orante del racconto giovanneo, visita i luoghi della Passione, fermati sul Calvario per cogliere con Maria e il discepolo amato l'evento della Passione. ● Che cosa ti colpisce di più? ● Quali sentimenti suscita in te questo racconto della Passione? ● Che significato ha per te il fatto che Gesù subisce attivamente la sua passione? 4. Oratio O Sapienza Eterna, o Bontà Infinita, Verità Ineffabile, scrutatore dei cuori, Dio Eterno, donaci di capire, tu che puoi, sai e vuoi! O Amoroso e Svenato Agnello, Cristo crocifisso, che fa' che si adempisca in noi quel che tu dicesti: "Chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita" (Gv 8,12). O lume indeficiente, del qual procedono tutti i lumi! O luce, per la quale fu fatto la luce, senza la quale ogni cosa è tenebre, con la quale ogni cosa è luce. Illumina, illumina, che illumina! E fa penetrare la volontà tutta a tutti gli autori e cooperatori che hai eletti in tal opera di rinnovazione. Gesù, Gesù amore, Gesù, trasformaci e conformaci a te. Increata Sapienza, Verbo Eterno, dolce Verità, tranquillo Amore, Gesù, Gesù Amor! (S. Maria Maddalena de' Pazzi, O.Carm., in La Renovatione della Chiesa, 90-91.) 5. Contemplatio Ripeti spesso, con calma queste parole di Gesù, associati a Gesù nella offerta di te stesso: "Padre nelle tue mani consegno il mio Spirito". |