Omelia (11-04-2006)
mons. Vincenzo Paglia


Il Vangelo di Giovanni, dal capitolo 13 al capitolo 17, riporta una serie di discorsi che manifestano la preoccupazione di Gesù per quel piccolo gruppo di discepoli e per quelli che attraverso la loro parola crederanno in lui (cfr. Gv 17,20). È un'ora segnata dall'inesorabile avvicinarsi della morte. Gesù ha il cuore affollato di sentimenti, anche contraddittori: non vuole morire ma neppure fuggire. È giunta comunque l'ora della sua "partenza". Ma quel che lo angoscia è il futuro di quel piccolo gruppo a cui ha legato il suo Vangelo. Non è scontato che continueranno a stare insieme. Eppure è a loro che lascia l'eredità del cammino intrapreso. Dice loro: "Un comandamento nuovo vi do: che vi amiate gli uni gli altri". Non è la prima volta che parla di questo comandamento, ma ora c'è la solennità di un testamento. È evidente la volontà di Gesù di creare una comunità d'amore tra i suoi; una comunità di fratelli, quella che gli uomini da soli non sanno creare. Proprio questi discepoli, infatti, durante la stessa cena, avevano appena discusso su chi fosse tra loro il più grande. Solo Gesù sa creare tra gli uomini un'amicizia nuova, fraterna, profonda e non competitiva.