Omelia (12-04-2006) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Il Signore mi ha dato una lingua da iniziato perché io sappia indirizzare allo sfiduciato una parola. Come vivere questa Parola? Questo testo che appartiene al terzo carme del Servo di JHWH è particolarmente indicato a farci contattare in profondità il mistero dell'UOMO-DIO a cui Isaia sembra alludere con voce profetica. Quello che di Lui sappiamo riguarda la vicenda di un uomo che si è dato in balia del dolore al di là di ogni possibile immaginazione. "Ho presentato il dorso ai flagellatori, la guancia a coloro che mi strappavano la barba: non ho sottratto la faccia agli oltraggi e agli sputi". Non si tratta solo di non-violenza, ma di non-difesa personale: un'assoluta arrendevolezza al dolore che potrebbe sembrare un caso clinico: da psicanalisi o da psichiatria. E invece no! C'è, qui dentro, il mistero di un AMORE che va contro il dettato della stessa ragionevolezza. È un Amore forte come la morte di croce che è accettata dalle sue premesse fino all'ultima ferita inferta dalla lancia del centurione. È la rivelazione più sconvolgente di un amore totalmente donato che diventa poi "lingua d'iniziato". Solo chi ha sofferto per eccesso d'amore, solo chi ha dato la vita per quelli che ama, può parlare d'amore fino a ravvivarlo, in toni caldi di speranza, nel cuore di quelli per i quali ha sofferto. Qui è la forza e l'attualità della parola sacra di oggi. Costatiamo, infatti, in questa nostra epoca il dilagare della sfiducia. Nonostante l'avanzatissimo progresso tecnologico, molta gente è in preda al non senso, al vuoto e all'enorme squilibrio fra presunte sicurezze materiali (spesso davvero solo presunte e precarie!) alla mancanza di motivazioni profonde per appoggiare la vita. Il cuore spesso grida l'angoscia del solipsismo, dell'incomunicabilità, del non amore. È su queste ferite aperte che la Parola di Gesù diventa "iniziatica" e, aprendo gli orizzonti dell'unico Amore totalmente gratuito, fa sì che la fiducia rinasca e con essa la vita del tutto nuova. A questo, nella mia pausa contemplativa, oggi penserò. Lasciando risuonare in me le parole di Gesù come quel suo dirmi: "Non c'è amore più grande che dare la vita per quelli che si amano", riattizzerò in me fede e fiducia: in me, anche per gli altri. Gesù, strappami all'abitudine, all'indifferenza. Afferrami in profondità nella divina follia del Tuo AMORE: E poi, nutrito di speranza, che io infonda nei cuori la speranza. La voce di una carmelitana del XX secolo Dinanzi agli abbassamenti del Verbo, il nostro povero intelletto si smarrisce e altro non sa fare che abbassarsi e adorare. Madre Maria Candida dell'Eucaristia |