Omelia (14-04-2006)
don Luciano Sanvito
Non la croce, ma 'attraverso' la croce

Siamo nel cuore del Cristo.
Siamo nella sua percezione della bellezza e della gioia autentica.
La croce esprime infatti al meglio il suo amore e ci fa gustare ciò che vale di Cristo e quello che di Lui dobbiamo ammirare e accogliere.

Tutto questo non è però la croce, ma avviene 'attraverso' la croce.

Ecco perché oggi è Pasqua già.

Lo è già nel suo fondamento, nella sua radice e nella sua sorgente.
Se attraversiamo anche noi con Gesù la città umana densa di Calvario, se anche noi ci lasciamo attraversare dalla esperienza della croce fisica o morale che ci portiamo dietro ogni giorno, quest'oggi, proprio perché la attraversiamo e la trapassiamo, con questa croce andiamo 'oltre' il muro della morte, del limite.
Non certo abolendolo, questo neo mortale, ma trasformandolo da covo di un virus letale a nido del virus vitale per il nostro nuovo cammino.

La Via Crucis, passando nella città del nostro cuore e nel cuore delle nostre città, ci trasfigura e si trasfigura, mettendo in atto l'energia seminata dal Cristo, nel silenzio, nella sofferenza e nella aridità, nelle contrarietà, nelle difficoltà e nella morte stessa.

Ecco perché il Venerdì è Santo: perché nella semina mortale delle cose e delle persone, ci dà la possibilità di contemplare, adorare e accogliere il miracolo della rinascita che parte in nuce dal cuore di ognuno di noi, che accostandosi al dono del cuore del Cristo, rinnova e santifica il proprio cuore purificato attraverso e grazie a questo Venerdì di passione.

Attraverso la compassione della Sua passione, ritroviamo la passione per la nostra vita, per quella dell'altro, e la gioia del mondo redento.