Omelia (16-04-2006)
LaParrocchia.it
La corsa verso il sepolcro

Di buon mattino, il primo giorno dopo il sabato Maria di Magdala si recò al sepolcro. Era ancora buio. Era buio soprattutto dentro il cuore di Maria di Magdala che si recava al sepolcro.
Fratelli nella fede, sulla terra tutto è silenzio, immobilità, quiete, e una donna, sola e impaurita, si muove nell'oscurità della notte. La morte sembra dominare incontrastata, e il silenzio e il buio ne celebrano il trionfo. Il potere, il principio della forza la discriminazione, l'ingiustizia sembrano aver avuto definitivamente la meglio sulle forze della vita.
Vediamo invece che cosa accade quando Maria scorge il sepolcro vuoto: la scena cambia come d'incanto. Colti da un improvviso fremito, tutti i personaggi si scuotono dal loro torpore e prendono a muoversi rapidamente. Maria di Magdala corre da Simon Pietro...che si precipita fuori con l'altro discepolo... corrono insieme, ma l'altro discepolo corre più veloce...

Cogliendo tutti di sorpresa, il giorno dopo il sabato, la vita ri-esplode in tutta la sua forza. Dio è intervenuto e ha spalancato il sepolcro, ma la Maddalena ancora non lo sa, pensa che il cadavere sia stato trafugato. Di fronte alla morte, ci si può rassegnare e piangere o aprire il cuore alla luce dell'alto. Questa donna è un alto esempio per tutti i credenti: solo con i suoi sentimenti nel cuore è possibile incontrare il Signore risorto.
Risorgendo Gesù ha portato a termine la sua opera di rivelazione e di redenzione ed ha iniziato una nuova era della storia umana. Con la Pasqua la notte spirituale dell'umanità, segnata dal peccato, dal dolore, dalla disperazione e dalla morte, è stata dissolta dal germe dell'immortalità. Per la prima volta nel corso della storia umana, la morte è stata sconfitta e l'uomo è stato introdotto nel regno di una vita che non conosce tramonto.

Questo avviene per mezzo del Battesimo che ci rende nuove creature, uomini nuovi, membra vive di Cristo risorto. Così, innestati vitalmente in lui, possiamo capire che la storia umana non è destinata alla catastrofe, ma è avviata - anche se in modo nascosto e spesso contraddittorio - verso la salvezza e la pienezza di vita.
Con la risurrezione Dio ha preso nuovamente a dimorare fra gli uomini, vuole ridare un senso alla vita umana. La risurrezione di Gesù non è un mito né una leggenda e neppure un'invenzione di gente allucinata o entusiasta. Essa è una realtà obiettivamente accaduta, testimoniata in modo inconfutabile da quanti hanno visto, incontrato e toccato con mano il Cristo risorto.

I testimoni della resurrezione non ricorrono a spiegazioni umane, non cercano dimostrazioni verificabili sul piano sperimentale; confessano la loro fede pura, umanamente - almeno in apparenza - assurda. Questi testimoni qualificati sono: le donne, gli apostoli e i discepoli. La morte di Gesù era la più amara delle delusioni per loro. Delusi e sconvolti, i discepoli si chiusero disorientati in se stessi. Si sentivano traditi. Noi speravamo che fosse lui...invece... Ormai è troppo tardi... già sono tre giorni... La delusione di Maria di Magdala è atroce: "vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro". A questo annuncio sconvolgente segue il breve e bellissimo racconto della corsa dei due discepoli. La loro corsa "verso il sepolcro" è come un simbolo del cammino di ogni uomo e di ognuno di noi verso la fede nel mistero di Cristo. Correvano...uno arriva prima, l'altro dopo, ma arrivano tutti e due, anche se in tempi diversi, giungono alla mèta.

A questo cercarsi, a questo correre, a questo grido di speranza risponde Cristo risorto, che appare e si manifesta vivo ai discepoli, va loro incontro, li libera dal dubbio e dalla paura sino a renderli realmente convinti del fatto e quindi credenti in lui.
Dio vive, vive nel mondo, vive per il mondo, gli dà senso, ne fa una patria per noi, conferisce alla nostra vita prossimità e relazione con l'eterno. Ma c'è di più. Dio si trasforma in uomo fra gli uomini. Ci viene incontro nel viandante per strada, nel mendicante alla porta della chiesa, nel disoccupato che protesta sulle piazze, nel bimbo affamato che langue tra le braccia della madre, nello sfruttato, nelle donne costrette a barattare il proprio corpo, nell'immigrato, nel profugo e in ogni altro uomo sfigurato dal dolore.
Se all'alba del mattino di Pasqua ti fossi trovato anche tu lì, davanti al sepolcro vuoto, come avresti reagito? Avresti avuto paura o il tuo cuore sarebbe scoppiato di gioia? Vuoi saperlo? Basta che tu risponda con sincerità: ci credi che Gesù è veramente risorto?

Se non dubiti, allora sei risorto anche tu. E adesso anche il dolore acquista un valore e diventa preludio di gioia che ti sarà svelata in Cielo. Per ora credi che non è finito tutto alle tre del venerdì santo, ma tutto è cominciato all'alba di domenica! Tu sei figlio della resurrezione. Non fermarti, come quelle donne, a rimuginare su tanti perché, non spaventarti per le difficoltà o gli ostacoli che incontra ogni annuncio straordinario. Non vivere nel privato la tua fede, chiuso magari nell'ambito del tuo gruppo o della tua parrocchia. Il mondo ha sete di questa luce che vince la notte e umilia la paura. Tu sei chiamato ad essere un seminatore di luce, di gioia e di speranza.
Corri. Questo è il tuo tempo. Questa è la storia nella quale il Signore ti chiede di lasciare l'impronta inconfondibile di una vita risorta. E' la tua missione. Il Risorto ti precede, non sei tu a dover andare avanti da solo. Ma ricorda: Egli, che può tutto, non vuole far nulla senza di te. È importante, perciò, che sia tu a parlare agli altri di Lui, a presentarlo a tutti come il tuo Signore e il tuo Dio, come il tuo Salvatore Risorto! Che per tutti, oggi, sia Pasqua davvero; che tutti, oggi, possano passare dalla morte alla vita, con te!

Sia lodato Gesù Cristo.