Omelia (16-04-2006) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno E vide e credette. Come vivere questa Parola? È ancora "buio" quando Maria di Magdala corre al sepolcro. L'amore l'attira, ma il cuore è ancora avvolto dalle tenebre della notte più profonda. Cerca la "Luce", ma la strada è ancora lunga. La tomba vuota non pone fine alla sua ricerca, non le fa presagire nulla: la inquieta soltanto. E corre, dagli apostoli, cerca chi possa restituirle il suo Signore. Ma anche per loro il Sole non è ancora sorto. È tutto un correre affannoso, un agitarsi intorno al mistero. La nostra smania di voler tutto razionalizzare, di voler incasellare anche Dio nei nostri schemi logici. Maria resta fuori, ai margini del mistero e non può che piangere. Pietro e Giovanni ne varcano la soglia. Ai loro occhi non angeli osannanti, rivelazioni strepitose, ma poveri segni, intrisi di quotidianità: le "bende per terra" e il "sudario piegato in un luogo a parte". I segni sono offerti a loro, a tutti quelli che hanno il coraggio di inoltrarsi nel mistero. Eppure il Vangelo registra che "vide" al singolare. Un giorno Gesù aveva detto: "Avete occhi e non vedete!". Un rimprovero che attraversa i tempi e ci raggiunge. I segni del risorto sono ogni giorno sotto i nostri occhi, ma non tutti li "vedono", perché si pretende da Dio che tiri fuori le sue credenziali da Dio, cioè con qualcosa di scioccante. E non sappiamo più stupirci dinanzi a un fiore che sboccia, a un bimbo che ieri non era e che ora mi trovo tra le braccia, a un gesto di gratuita bontà... La fede è dono, certo! Ma al dono deve corrispondere l'impegno di "leggere" nel proprio vissuto i "segni" dei suoi passaggi e di accogliere il mistero in gioiosa umiltà. E allora scopriremo che non solo è Risorto, ma ci vive accanto, cammina con noi, condivide le nostre gioie e le nostre pene, è più intimo a noi di noi stessi. Oggi, nella mia pausa contemplativa, mi spalancherò alla gioia della certezza che mi viene dalla fede: Gesù è risorto! Facciamo nostre le parole della sequenza pasquale e preghiamo: Cristo, mia speranza, è risorto. Sì, ne sono certo: Cristo è davvero risorto! Tu, Re vittorioso, portaci la tua salvezza. La voce di un Padre della Chiesa E' la Pasqua del Signore, è la Pasqua, sì, la Pasqua, diciamolo ancora a gloria della Trinità. Giorno della risurrezione: un fausto inizio! Accendiamo la nostra luce in questo giorno di festa. Abbracciamoci l'un l'altro. Rivolgiamoci, o fratelli, anche a coloro che ci odiano, non soltanto a chi, per amore, abbia compiuto o sofferto qualcosa per noi. Rimettiamo tutto alla risurrezione e perdoniamoci l'un l'altro... Gregorio di Nazianzo |