Omelia (30-04-2006) |
don Luciano Sanvito |
Una Risurrezione coi piedi per terra La presenza pasquale si verifica non nell'alto dei cieli, ma qui in terra. Mangiare, farsi toccare: per constatare la terrestrità di questa risurrezione: ecco il messaggio del Vangelo. Per chi crede erroneamente in un vangelo campato in aria, ecco una bella lezione! Per chi astrae dalla terra, pensando che la risurrezione non stia e non sia qui, eccone quindi qui la secca smentita. La Risurrezione, mistero pasquale per eccellenza, ha i piedi per terra, e ci riporta a terra ogni volta che noi stiamo a scrutarla in cielo. Ogni fede, per essere pasquale, deve passare per la verifica dell'essere mangiata e dell'essere toccata. Ma, a scapito di ogni esaurimento e impaludimento nella esperienza stessa, ecco l'apertura al mistero pasquale che avviene attraverso la Parola: vivificante e catalizzante la resurrezione in noi, nell'umanità. Solo la Parola fa circolare il sangue dello Spirito della Pasqua; solo nella Chiesa questa Parola ci può rendere testimoni e segni di essa. La Parola santifica il mangiare rendendolo eucaristico, cioè grazia e dono per l'umanità; la Parola santifica il concreto del nostro corpo, del nostro relazionarci e rapportarci con gli altri, rendendoci a nostra volta eucarestici: eucarestie vive, cioè doni e grazie viventi per il mondo. Il Vangelo ci invita e richiama a riprenderci di nuovo e con uno spirito nuovo la coscienza dell'essere noi i segni pasquali nel mondo: la Resurrezione riparte dunque da qui, da ora: da me! |