Omelia (04-06-2006)
don Luciano Sanvito
Un modo di essere

Siamo in gestazione, in attesa che il Vangelo ci partorisca.
Ora non è l'ora, ma siamo nel grembo del tempo dell'attesa.
Ciascuno di noi attende l'illuminazione di questo sole consolatore.
Non siamo in grado ora, siamo ancora in uno stato embrionale.

Il Vangelo ci attesta così la presenza di uno spirito-madre.
Che ci guida, ci educa e ci fa partecipi al peso della nostra vita.
Ciascuno di noi, in questo spirito, cresce come un figlio spirituale.
In grado di vedere, di capire, di valutare e di essere famigliare in esso.

Uno spirito forgiante l'anima ci viene dato in cammino, piano piano.
Uno spirito generante e ricreante le cose attraverso uno spirito nuovo.
Uno spirito che ci addita lo stile vitale, che ci fa penetrare nel senso.
Un sole consolatore perché illuminante ogni tenebra e oltre ogni buio.

Ciascuno di noi si fa ogni giorno in questo spirito che ci è donato.
La presenza di questo spirito sprigiona la nostra coscienza vitale.
Ci richiama a quello che non si vede e non si tocca, eppure c'è in noi.
Ci ricorda la nostalgia per quello che non è sotto gli occhi, ma in cuore.

Lo spirito è il modo di essere.
Lo spirito è il modo di far essere.
Lo spirito è il modo essenziale.
Lo spirito è il modo del mio essere io.

La Pentecoste è la carta d'identità del credente, chiamato a partecipare fino in fondo, in quello che gli è dato, al modo di vivere dell'umanità.
Farsi riconoscere è l'essere segnati e diventare segno vivo nel mondo.
La Pentecoste fa brillare ciascuno di noi come testimone vivo di Verità.