Omelia (23-04-2006) |
LaParrocchia.it |
Mio Signore e mio Dio! Lo stesso giorno di Pasqua Gesù va in cerca dei suoi apostoli. Ha fretta di rivederli, di rincuorarli. Tutti, tranne Giovanni, lo avevano abbandonato, Pietro lo aveva rinnegato e neppure dopo il pentimento si era fatto vedere, lì, sotto la croce. Poi si erano chiusi in casa, in preda alla paura e quella promessa di Resurrezione chi la ricordava più? Ma il Signore con amore va dai suoi, li saluta con affetto, augura la pace, solo la pace! Sa che è di questo che hanno bisogno. Il cuore degli apostoli è ancora in subbuglio, fra la delusione e il rimorso, fra la tristezza più cupa e la voglia di scrollarsi di dosso un'eredità amara ormai pesante ed inutile. Gesù li conosce ad uno ad uno, non si fa illusioni, perciò, non si aspetta di trovarli pieni di fede nella luce di Pasqua. Gesù non fa prediche, non rimprovera nessuno, non sottolinea il loro comportamento, non li umilia. Va loro incontro con semplicità di chi sa amare e perciò sa dimenticare, con l'attenzione e la premura di chi è disposto ad offrire ai suoi ancora una possibilità di riscatto. Solo l'amore può cambiare i cuori, solo la pace può guarirli. È per questo che corre da loro, entra a porte chiuse e mostra subito i suoi segni di riconoscimento: i fori dei chiodi e della lancia. È Lui, è proprio Lui! Gli apostoli allora lo riconoscono e immediatamente si sentono trasformati. Ritorna la gioia, la paura è vinta per sempre. È l'effetto della presenza del Maestro. È l'effetto tipico che si ripete ad ogni incontro con Gesù. Se lo incontriamo anche noi, se apriamo gli occhi e il cuore alla sua venuta, allora non siamo più gli stessi. Diventiamo creature nuove, capaci di vincere ogni ostacolo e ogni timore, pronti ad aprire le porte e a regalare a tutti la pace che il Signore ci dona. Sì, Gesù ti regala la pace. Sa che ne hai bisogno anche tu. E sa pure che è della sua pace che vivi. Le altre non ti bastano più. Sono passeggere e non sanno penetrare fino in fondo al tuo cuore. Lì può arrivarci solo il Risorto! Così, oggi, Egli viene da te e ti dice "Smettila di tormentarti, di fissare lo sguardo solo sui tuoi errori, sulle tue debolezze, sui tuoi fallimenti". Non perdere tempo nella ricerca affannosa di sicurezze materiali o affettive che non riescono più a saziarti. Sono io che ti dono la pace! Sono venuto per questo e la pace nel tuo cuore sarà il primo frutto di Pasqua. Fidati di me. Io ti amo al punto che la tua infedeltà, la tiepidezza commuove ancora di più il mio cuore e mi porta a darti un supplemento di luce e di grazia. Chi è più debole ha bisogno di più cure! Per questo io ti sono particolarmente vicino! Non fare come Tommaso che pretende di avere una prova. Mettere le dita in una ferita aperta significa provocare nuovo dolore e nuova perdita di sangue. Non fare soffrire Gesù con la tua incredulità. Se riesci a fissare gli occhi su Gesù, allora non avrai più tante domande da fare, tante prove da chiedere. Tu lo incontrerai e lo sentirai vivo nella tua vita. Sarà questa la tua Pasqua e anche tu non saprai dire altro che "Mio Signore e mio Dio!" Il resto lo griderà il tuo cuore, la tua vita risorta. Oggi Gesù viene a casa tua, spazza via tutti gli ostacoli che ancora gli poni davanti e ti porta coraggio e gioia. Tutto ciò che stai vivendo in questo momento non è più grande della forza guaritrice del suo amore e del suo perdono. Non c'è nulla che può più allontanarlo da te, se lo vuoi. Lascialo entrare, allora e comincia a gioire di Lui. Fermati a vivere intensamente la sua pace che supera tutto. Poi lascia che dilaghi in ogni angolo del tuo cuore, della tua mente e, sempre più in là, fino ai confini del mondo. "pace a te". Sì, puoi riposare in pace appoggiando il tuo capo sul suo Cuore trafitto. Gesù ti invita a farlo! |