Omelia (23-04-2006)
Monastero Janua Coeli
Abbiamo visto...

Gesù va dai suoi. La sua missione è compiuta ormai e deve lasciare le consegne. Quello Spirito capace di rimettere i peccati dell'uomo appartiene ormai all'umanità nuova di chiunque, facendo del progetto del Padre l'unico scopo della sua vita, si dona interamente e gratuitamente come Gesù fino a morire per amore. La presenza del Signore risorto nella Chiesa non è un'idea, né una fantasia di paure e timidezze... è una realtà che nelle vesti di Tommaso si può percepire. Certamente non toccherà il Cristo chi non desidera andare fino in fondo al suo esistere. Tommaso vuole capire, non può lasciare incompleto il suo percorso, ha bisogno di vedere e toccare Gesù per uscire dal suo star solo. Tommaso non era con gli altri. Dov'era? perché? era più coraggioso? Sta di fatto che non c'era... E si è lasciato sfuggire un'occasione vitale. La sua tenacia gli consente di recuperare la possibilità mancata. Saremo noi poco audaci con il Signore?!

Abbiamo visto...

MEDITAZIONE

Domande
Mio Signore e mio Dio! Ogni volta che Cristo viene sull'altare tra i veli del pane io possa riconoscerti come mio Signore e mio Dio...

Chiave di lettura
Quando il timore ti afferra, si serrano le porte della tua vita e tutto ciò che hai vissuto si dilegua in un istante. Nulla ha più mordente su di te, perché ti paralizzi al pensiero di ciò che ti può accadere. Gli apostoli stanno chiusi nel cenacolo, lì dove l'amore si era versato ed era stato consumato il vino della comunione con il Maestro. Lì entra Gesù. Lì dove tu hai paura, lui viene a incontrarti. Non ti aspetta altrove, perché sa bene che non hai la forza di muoverti. E viene per portarti un dono: la pace. Antidoto della paura è la pace. Quella presenza riaccende la speranza e il vuoto si colma. Quelle mani, quel costato sono il segno della tempesta passata crudelmente nella storia del loro stare insieme... al vedere il Signore tutte le paure scompaiono. E Gesù si ferma, non viene solo per un attimo. Si ferma per inondare il cuore del soffio vitale e perenne, lo Spirito Santo. Ciò che solo Dio poteva fare: rimettere i peccati, ora è dato anche a loro, in virtù dell'evento pasquale. La vita risana. E il timore può sciogliere, se ricomposto nella pace e nel dono di Dio. Alla pienezza della comunione manca uno dei fratelli. E questo sarà sempre. Sempre qualcuno mancherà all'incontro perché chi c'era possa raccontarlo. E sempre qualcuno dubiterà della fede altrui, perché vorrà ingoiare la propria fede! Se non vedo, non credo. Gesù non si nega all'incredulità, né si impone, semplicemente si lascia toccare. Permette al Tommaso di turno (perché tocca a tutti essere Tommaso prima o poi) di frugare nella sua umanità, di entrare nelle sue ferite di amore per poter credere. Chi tocca con mano l'amore di Dio riconosce Gesù come Signore e come Dio. La beatitudine però non sta nel toccare, ma nel credere. Perché c'è un vedere e un toccare che vanno oltre la tangibilità di un'esperienza. C'è un abisso di distanza che si chiama attesa e fiducia che rende presente Dio pur nella sua assenza. È il credere che nasce dal nutrirsi dell'esperienza di altri, come un contagio di fede. Dar credito a persone degne di stima non è un po' seguire il fruscio della presenza del Signore che passa in quella vita? Che sia la mia vita o la vita di altri poco importa, l'importante è che passi, e che io creda!

PREGHIERA
Beati noi, o Israele, perché ciò che piace a Dio ci è stato rivelato. (Baruc 4,4).

CONTEMPLAZIONE

Non sai cosa fartene delle mie porte chiuse, eppure tu le rispetti, mio Dio. Solo quando le chiudo per timore tu le ignori e ti fai presente alla mia vita. Che le chiavi della mia esistenza possa tenerle sempre tu, Gesù...perché non mi venga più la tentazione di chiudermi in me stesso ma viva la gioia del portare al mondo la gioia del tuo amore risorto.

Il Vangelo dei piccoli
Gesù torna dai suoi. Sa dove trovarli. Con la paura che avevano di essere presi e messi a morte, si erano rinchiusi nel cenacolo e stavano bene attenti a non aprire a nessuno. Gesù che fa? Non bussa, per non spaventarli. Entra direttamente. Loro che sono un po' confusi lo riconoscono e gioiscono, non pensano sia un fantasma, vedono che è proprio lui perché le sue mani e il costato hanno il segno delle ferite. La paura non ha più motivo di esistere anche perché Gesù dona loro lo Spirito Santo. È la chiave per uscire da quella paura folle di affrontare il mondo... Non tutti sono presenti quella sera, manca Tommaso chiamato il gemello. Ma di chi è gemello Tommaso? Non lo hai ancora capito. Tommaso è gemello a te. Pure tu non credi a quelli che ti dicono gli altri, vuoi vedere personalmente. Per questo il vangelo non dice come si chiamava il fratello gemello di Tommaso, perché ognuno di noi ci può mettere il suo nome tranquillamente. Erano stati in dieci a vederlo, possibile che tutti avessero avuto la stessa visione? E che era? Una visione collettiva? Non ci sono ragioni. Tommaso vuole constatare direttamente. E Gesù lo accontenta, non subito però. Devono passare otto giorni.. comunque noi dobbiamo ringraziare Tommaso perché se lui non avesse toccato le mani e il costato di Gesù risorto con le sue stesse mani, noi non avremmo creduto!!!!!!!!!! E allora non siamo gemelli di Tommaso?!