Omelia (22-05-2002) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Chi non è contro di noi, è per noi. Come vivere questa Parola? Per capire il senso di questo aforisma di Gesù è indispensabile coglierne il senso, nel suo preciso contesto. L'apostolo Giovanni, l'irruente figlio di Zebedeo, esprime il suo risentimento dicendo: "Maestro, abbiamo visto uno che scacciava i demoni nel tuo nome e glielo abbiamo vietato, perché non era dei nostri". Gesù risponde: "Non glielo proibite perché non c'è nessuno che compia un miracolo nel mio nome e subito dopo possa parlar male di me". Giovanni rivendica il monopolio dell'attività liberatrice di quanti seguono il Signore. Gesù, invece, non solo corregge quel modo miope, chiuso e immaturo di pensare e di agire, ma spalanca orizzonti che, oggi, si potrebbero dire ecumenici e interreligiosi. Quelli infatti che compiono opere di vera liberazione dell'uomo, che lo aiutano a realizzarsi nella propria dimensione umano-divina, lo sappiano o no, compiono queste opere "nel nome" di Gesù, ossia in forza della sua divina potenza di guarigione e liberazione dal male. Gesù non invita dunque solo alla tolleranza (che è già un grande valore umano), ma alla convinzione che il bene, per qualsiasi canale passi, viene da Dio ed è degno del nostro compiacimento, del nostro consenso e, quando si può, della nostra collaborazione. Oggi, nel mio rientro al cuore, chiederò allo Spirito di cogliere eventuali chiusure e sbagliato senso di proprietà del mio bene operare. Grazie, Signore, per il mio essere cristiano cattolico. Che io ti conosca sempre più e operi strettamente unito a te tutto il bene possibile. Grazie, però, anche per ogni uomo, che su qualsiasi sponda di religione o di pensiero, opera il bene. Possa il mio cuore spalancarsi a te, e poi gioire e vivere in armonia con tutte le forze del bene, che operano nel mondo. Sia questa la mia gioia. La voce del Concilio Vaticano II Essendo Dio Padre principio e fine di tutti, siamo tutti chiamati ad essere fratelli. E perciò, chiamati a questa stessa vocazione umana e divina, senza violenza e senza inganno, possiamo e dobbiamo lavorare insieme agli appartenenti a ogni vera religione per la costruzione del mondo nella vera pace. Gaudium et spes |