Omelia (30-05-2002)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla Parola del giorno
Allora Gesù gli disse: "Che vuoi che io ti faccia?" E il cieco a lui: "Rabbunì, che io riabbia la vista!". E Gesù gli disse: "Va', la tua fede ti ha salvato".

Come vivere questa Parola?
Si compie a questo punto del vangelo di Marco l'ultimo miracolo di Gesù, quello definitivo: la guarigione dalla cecità. Fine di tutta la catechesi di Gesù ai discepoli è di portare qui, nel luogo dove è pronunciata la domanda essenziale: "Che vuoi che io ti faccia?" L'interrogativo è posto, appunto, col proposito di suscitare la risposta che il Signore da sempre aspetta: "Il tuo volto, Signore, io cerco: non nascondermi il tuo volto" (Sal 27,8-9). Questa stessa domanda viene rivolta oggi personalmente anche a noi, che, come il cieco, ci ritroviamo al buio, seduti e fuori strada. Il rischio è di rispondere senza sapere ancora bene cosa chiedere e volere, senza avere ancora maturato nel cuore un "desiderio alto". Il cammino del vangelo si pone infatti come un'educazione dei desideri profondi che, nella misura un cui vengono dallo Spirito, portano alla vita e alla gioia, mentre, quando rimangono legati alla carne, conducono all'infelicità e alla morte (cf Gal 5,16-22).

Oggi, nella mia pausa contemplativa, invocherò con insistenza lo Spirito del Signore, riconoscendo che "nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare" (Rm 8,26-27) e che abbiamo bisogno del suo aiuto per ripercorrere nella fede l'itinerario di Bartimeo: ascoltare Gesù che passa nella nostra vita e gridare il suo Nome, invocare la sua misericordia per ricevere occhi che sappiano riconoscerlo e gambe capaci di seguirlo ogni giorno nella via verso Gerusalemme.

La voce dell'antica letteratura ebraica
Come il sole è la gioia di chi cerca il giorno, così il Signore è la mia gioia, perché Egli è il mio sole.
Odi di Salomone