Omelia (08-05-2000) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Avevano mangiato il pane dopo che il Signore aveva reso grazie. Come vivere questa Parola? L'evangelista rammenta un fatto che deve averlo molto colpito. Ne parla infatti quando lo riferisce (Gv.6,11), e qui, mentre lo ricorda. Si tratta del RINGRAZIARE il Padre da parte di Gesù. Lo fa nell'ultima cena, istituendo l'Eucarestia. E lo fa anche prima della moltiplicazione dei pani, "segno" del suo prossimo "darsi" in cibo per noi di vita e d'immortalità. E' un grande insegnamento! Acquisire l'atteggiamento interiore del grazie, non solo per quello che "riceviamo" ma per quello che "doniamo" è come se moltiplicassimo quello che diamo, perché mettiamo i destinatari del dono a contatto con la generosità di Dio; il nostro dono dunque diventa molto più grande. Per di più rientriamo in quell'unica opera che Dio vuole da noi, di cui Gesù parla subito dopo: il "credere" come un fidarsi pienamente di Dio: dentro tutto quello che facciamo per amore suo e dei fratelli (Gv.6,29). Oggi porrò particolare attenzione a vivere la gioia del "rendere grazie" a Dio nell'immediatezza del mio "darmi" in quelle opere di bene che sono compito mio durante il giorno. La voce di una scrittrice contemporanea Forse siamo veramente noi stessi solo nello stupore, nella lode, soprattutto nel "grazie". Colette Nys-Mazure |