Omelia (13-05-2000) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Molti dei discepoli di Gesù dissero: "Questo linguaggio è duro. Chi può intenderlo?" (...). Disse allora Gesù ai dodici: "Volete andarvene anche voi?". Gli rispose Simon Pietro: "Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna. Noi abbiamo creduto e conosciuto che sei il Santo di Dio". Come vivere questa Parola? Termina il grande discorso sul "Pane della vita". Gesù non ha ritrattato nulla delle sue più sconcertanti affermazioni; e non fa nulla per trattenere quelli che, increduli, se ne vanno. Anzi, mette anche gl'intimi, di fronte alla scelta più libera. La reazione di Pietro è il manifestarsi di una fede che è anche penetrazione d'amore (abbiamo "creduto" e "conosciuto"). Quest'uomo, puro e fragile che sarà inceppato dalla paura fino a rinnegare Gesù durante la passione, ha però capito che le parole di Gesù sono "spirito e vita" (v.63b), sa di non poter andare da nessuna parte lontano da Lui che è "la Via, la Verità, la Vita". Per questo gli farà poi così spazio nel cuore e nella vita da guarire, in suo nome, il paralitico Enea e richiamare a vita Tabita (vedi prima lettura, At.9,31-42). L'esercizio spirituale di oggi è quello di rientrare al cuore per un momento forte in cui colloquiare con Gesù: "Dove andare lontano da te? Aumenta la mia fede amorosa nella tua Parola che mi è Spirito e Verità, nell'Eucarestia che mi è Vita e "Seme" di risurrezione. La voce di un grande convertito Gesù è al centro di tutto, assume tutto, soffre tutto. E' impossibile colpire una creatura senza colpire Lui. Leon Bloy |