Omelia (16-05-2000) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Io do alle mie pecore la vita eterna: non andranno mai perdute e nessuno le rapirà dalla mia mano. Il Padre mio che me le ha date è più grande di tutti e nessuno può rapirle dalla mano del Padre mio. Io e il Padre siamo una cosa sola. Come vivere questa Parola? Gesù ribadisce senza stancarsi il suo dare la sua vita per noi che è il senso profondo del suo Mistero Pasquale. Aggiunge poi un'affermazione di grande incoraggiamento: "Nessuno le rapirà dalla mia mano". Il suo affermare si approfondisce e intensifica col dire due cose importantissime che sono l'una la conseguenza dell'altra: nessuno potrà rapirle dalle mano del Padre, il Padre e Lui sono una cosa sola. Qual è la condizione di fondo perché ciò si realizzi concretamente nella mia vita? L'ascolto della sua Parola e la "sequela", ossia il mettere in pratica quello che Gesù ci viene dicendo attraverso la Scrittura. Sì, è possibile vivere quello che Egli ci dice, perché il Signore "conosce le sue pecore", cioè le ama e non le viene angariando di pesi superiori alle loro forze. L'esercizio spirituale di oggi consisterà nel prendere più seriamente coscienza che solo con momenti di vero silenzio (interiore ed esteriore) mi è possibile l'ascolto interiorizzato della Parola. Esso è infatti l'elemento prioritario per cui posso "assorbire" a livelli profondi la persuasione di essere avvolto dalla tenerezza (le mani!) del Padre e del Figlio. La voce di un maestro spirituale di oggi "La vita cristiana non è un "andare oltre", sempre alla ricerca di novità, ma è un andare in profondità". Enzo Bianchi |