Omelia (30-05-2000) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Perché vi ho detto queste cose la tristezza ha riempito il vostro cuore. Ora io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore; ma quando me ne sarò andato, ve lo manderò. Come vivere questa Parola? Per entrare nel senso vero e profondo di questa parola di Gesù, bisogna ricordare che, nel Vangelo, è riportata dentro il discorso d'addio ai suoi prima della passione. Queste cose non sono state dette dunque nell'imminenza dell'Ascensione. "Ora vado da Colui che mi ha mandato". Gesù pensa alla sua morte. Andarsene significava per Lui dare la sua vita in sacrificio per nostro amore. "Non c'è amore più grande che dare la vita" (Gv.15,13). Questo era il prezzo perché venisse a noi lo Spirito Santo. Per mezzo della sua passione morte e resurrezione, Gesù trasforma in se stesso la nostra umanità, e la rende capace di ricevere lo Spirito Santo. E' in questo modo che Egli illumina anche la nostra condizione di fronte alla morte. Sì, la tristezza è vinta perché, nello Spirito Santo che Gesù ci ottiene, noi siamo messi in grado di vivere una profonda unione spirituale con quelli che ci hanno lasciato. Anche a nostro riguardo guardiamo non tanto alla nostra morte che subito passa, ma alla vita piena verso cui corrono i nostri giorni: la vita che non passerà mai. L'esercizio spirituale di oggi è mettere in fuga ogni tendenza a ripiegarci sui motivi di tristezza, invocando lo Spirito Santo: Vieni o Spirito Consolatore, Spirito della vita piena, Spirito della gioia senz'ombra. La voce di un monaco contemporaneo Come iniziarci alla preghiera, allo stare con Gesù? Soltanto lo Spirito può farlo. Tramite inizi senza fine. Ogni mattina, ogni sera. Sempre nella fede, sempre nella gioia. Un certosino |