Omelia (18-06-2006)
don Luciano Sanvito
Nutrire e (è) soffrire

Nutrire e soffrire: quale rapporto?
Nutrire "è" soffrire.

Nutrirsi del pane e bere del vino è richiamarci a un corpo e a un sangue: un corpo vivente nel benefico pane
e un corpo sofferente nel sangue avvalorante quel bene.
Il pane fa bene al corpo,
ma anche il vino del sangue fa il bene del corpo attraverso la sofferenza.

Bene il pane, ma bene anche il vino: entrambi, rappresentando l'uno il risvolto dell'altro, come due facce della medaglia dell'unica vita.
Il pane indica il nutrimento beneficale, il vino il nutrimento sacrificale.
La vita è fatta di bene panificato e di bene irrorato dal vino.
Ogni volta che attingiamo al pane e diamo pane materiale e morale, non dobbiamo dimenticarci il risvolto: la faccia mancante del bene: il vero valore del bene passa anche dal vino, simbolo del sangue.
Ogni volta poi che soffriamo, che ci nutriamo e nutriamo gli altri del sacrificio e della sofferenza, non dimentichiamo che questo vino santifica e avvalora il bene dato come pane.
Pane e vino gemelli, due risvolti, due aspetti di un'unica realtà: la vita.

Quando soffriamo e il nostro pane è avvalorato dal vino della sofferenza, siamo dunque nella pienezza della verità, della autentiticità.
Quando il nostro pane manca del vino, il valore viene vanificato;
e quando il vino manca del pane, è solo sofferenza inutile.

Il pane, simbolo della mia corporeità, da solo mi lascia cadavere.
Il vino, simbolo della vita, da solo mi lascia disincarnato.
Corpo e sangue, simboleggiati da pane e vino, mi rendono autentico e valevole il cammino quotidiano della vita, nella gioia e nel dolore, nella buona e nella cattiva sorte, perché tutto viene in essi autenticato.