Omelia (30-04-2006) |
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Gesù in persona apparve in mezzo a loro e disse "Pace a Voi!". Dopo la celebrazione della Pasqua del Signore, una costante preoccupazione dei Vangeli è quella di affermare con chiarezza e diremmo ancora di più con realtà storica che Gesù di Nazareth, il Crocifisso, è Risorto ed è veramente vivo. Da una parte si nota l'incredulità mescolata con la meraviglia dei discepoli e dall'altra le prove certe della realtà vivente del Risorto: "sono proprio io!" Quello che inizialmente sembra prevalere è più il groviglio di interrogativi che tormenta il cuore dei discepoli. Del resto la difficoltà e la fatica a riconoscere il Risorto sono condivisi anche da noi. La consapevolezza del sentiero in salita che ogni cristiano è chiamato a percorrere ci porta anche a constatare, come sempre nella storia della salvezza, il "per primo" di Dio, la sua azione gratuita e generosa operante nella nostra vita. Soltanto l'iniziativa del Risorto può illuminare il buio e creare comunicazione tra Lui e noi; soltanto l'incontro con Lui porta dal turbamento alla gioia grande. Lui che apre mente e cuore di coloro che si avvicinano alle Scritture con disponibilità e umiltà: "apri' loro la mente all'intelligenza della Scritture". Ma l'agire del Risorto richiede l'apertura da parte dell'uomo, la sua apertura personale e libera al Signore capace di comunicare la vita. "...perché sorgono dubbi nel vostro cuore...Sono proprio io!" questo evento di salvezza avviene soltanto per dono del Risorto e produce conversione, perdono dei peccati e forza coraggiosa nell'annuncio evangelico. Signore Gesù, domenica dopo domenica, ci regali la tua presenza, apri le nostre menti alla comprensione delle Scritture, parli al nostre cuore e ci inviti alla tua mensa. Allora noi pieni di fede ti invochiamo "Vieni, Signore Gesù". Amen. |