Omelia (30-04-2006)
padre Antonio Rungi
Conversione e perdono dei peccati

La Parola di Dio della III Domenica del tempo di Pasqua ci invita a riflettere sugli effetti della risurrezione di Cristo da un punto di vista della grazia santificante e della missione della Chiesa.
Nei testi biblici, Atti degli Apostoli e Vangelo, infatti si parla della conversione e della remissione dei peccati. Sono i frutti della Pasqua del Signore che ogni cristiano è chiamato a celebrare nella sua vita e a mediare agli altri attraverso la sua testimonianza di vita. Così la Pasqua, come tempo di risurrezione e di rinascita spirituale, si aggancia idealmente al tempo quaresimale, che è preparazione ad essa. Vengono ribadite le tematiche di un cammino nuovo che il credente è chiamato a compiere fissando il suo sguardo sul volto glorioso del Risorto.
Gli Atti degli Apostoli ci rammentano che "In quei giorni, Pietro disse al popolo: "Il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, il Dio dei nostri padri ha glorificato il suo servo Gesù, che voi avete consegnato e rinnegato di fronte a Pilato, mentre egli aveva deciso di liberarlo; voi invece avete rinnegato il Santo e il Giusto, avete chiesto che vi fosse graziato un assassino e avete ucciso l'autore della vita. Ma Dio l'ha risuscitato dai morti e di questo noi siamo testimoni. Ora, fratelli, io so che voi avete agito per ignoranza, così come i vostri capi; Dio però ha adempiuto così ciò che aveva annunziato per bocca di tutti i profeti, che cioè il suo Cristo sarebbe morto. Pentitevi dunque e cambiate vita, perché siano cancellati i vostri peccati". In poche parole, il brano ci riporta al primo annuncio missionario della Chiesa di Cristo appena costituita. La sintesi della vita, della morte e della risurrezione del Signore è motivo per invogliare quanti ascoltano la predicazione degli apostoli a convertirsi e a chiedere perdono al Signore dei peccati. D'altra parte, se Cristo è stato crocifisso, è perché gli ebrei non avevano capito, né ancora l'hanno compreso, chi era ed è il Cristo: il Messia, il Figlio di Dio, il Salvatore del mondo. Essi hanno agito per ignoranza e perciò sono scusati, ma parimenti sono invitati, ora, in un ordine nuovo delle cose, a riconoscere in Gesù il loro atteso Messia. E' un chiaro appello alla conversione e alla fede in Cristo, autore della vita. E non solo quella spirituale e della grazia, ma anche quella fisica e biologica, visto che egli ha superato le barriere della morte ed ha aperto all'uomo la prospettiva della vita senza fine, anche di quella fisica.
Il Vangelo ci riporta ad un altro momento della presenza del risorto in mezzo al gruppo degli Apostoli e ci presenta una nuova apparizione di Gesù in mezzo a loro, dopo il ritorno a Gerusalemme dei due discepoli di Emmaus, che avevano visto il Signore e lo avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
Infatti, "mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona apparve in mezzo a loro e disse: "Pace a voi!". Stupiti e spaventati credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse: "Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa come vedete che io ho". Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la grande gioia ancora non credevano ed erano stupefatti, disse: "Avete qui qualche cosa da mangiare?". Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro. Poi disse: "Sono queste le parole che vi dicevo quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella Legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi". Allora aprì loro la mente all'intelligenza delle Scritture e disse: "Così sta scritto: il Cristo dovrà patire e risuscitare dai morti il terzo giorno e nel suo nome saranno predicati a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni". Gesù anche in questo caso, come durante la sua missione terrena, svolge un'appropriata catechesi ai discepoli che ancora fanno fatica a capire ciò che egli dice circa la sua persona, e vuole che facciano circa il prolungamento della sua missione nel mondo. E' necessario predicare nel nome di Gesù a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati a partire da quella Gerusalemme che non l'ha accolto e lo ha condannato a morte.
Anche la seconda lettura, tratta dalla prima lettera di san Giovanni apostolo, ci parla della necessità di allontanarci dal peccato e di vivere nella grazia di Dio, mediante una vita di carità, fondata sull'osservanza dei comandamenti di Dio: "Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate; ma se qualcuno ha peccato, abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo giusto. Egli è vittima di espiazione per i nostri peccati; non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo. Da questo sappiamo d'averlo conosciuto: se osserviamo i suoi comandamenti. Chi dice: "Lo conosco" e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo e la verità non è in lui; ma chi osserva la sua parola, in lui l'amore di Dio è veramente perfetto".
In altri termini, i testi biblici di questa terza Domenica di Pasqua riportano al centro della nostra esperienza di fede, alla riflessione e soprattutto al nostro stile di vita l'urgenza di una conversione vera, che parta dalla necessità di osservare i comandamenti di Dio, i quali rendono libero il cuore dell'uomo e lo abilitano ad un amore grande verso il Signore e verso le sue creature. Chi osserva pienamente la parola di Dio, senza scendere a compromesso alcuno, in lui l'amore di Dio è veramente perfetto.
Di fronte ad una cultura che rifiuta ogni legge e norma morale, c'è da riflettere sul come vogliamo essere cristiani oggi, se siamo molto attenti a non sintonizzarci più di tanto sulle lunghezze d'onda di quei comandamenti, vetero o neo-testamentari, che rappresentano la legge fondamentale dell'agire umano e cristiano. Riscoprire l'osservanza della legge di Dio, che è motivo di gioia e di vera esperienza di libertà interiore e personale nella vita.