Omelia (07-05-2006) |
padre Romeo Ballan |
La contemplazione del Buon Pastore ti apre alla missione Riflessioni La quarta di Pasqua è detta, tradizionalmente, la "Domenica del Buon Pastore", dato il brano odierno del Vangelo. Il Buon Pastore è la prima immagine usata dai cristiani, fin dalle catacombe, per rappresentare Gesù Cristo, molti secoli prima del crocifisso. La ragione di tale antichità è nella ricchezza biblica dell'immagine del pastore (cf. Esodo, Ezechiele, Salmi...), con il quale Gesù si è identificato e che Giovanni ha riletto in chiave messianica. Abbondano infatti le espressioni che indicano vita e relazione tra lui e le pecore: entrare-uscire, aprire, chiamare-ascoltare, condurre, camminare-seguire, conoscere, offrire la vita... Fino all'identificazione piena di Gesù con 'il buon pastore che offre la vita per le pecore' (v. 11.14). Da notare che il testo greco usa un sinonimo: il pastore 'bello' (v. 11.14), cioè buono, perfetto, che unisce in sé la perfezione estetica ed etica. Egli offre la sua vita per tutti: ha anche altre pecore da attirare, fino a formare un solo ovile con un solo pastore (v. 16). Egli non rinuncia a nessuna pecora, anche se sono lontane o non lo conoscono: tutte devono entrare per la porta che è Lui stesso, perché Egli è l'unico salvatore. La missione della Chiesa si muove su questi parametri di universalità: vita offerta per tutti, prospettiva dell'unico ovile, vita in abbondanza... Anche se il gregge è numeroso, nessuno è in più, nessuno si perde nell'anonimato, anzi i rapporti sono personali: il pastore conosce le sue pecore e queste lo conoscono (v. 14), le chiama una per una, per nome (v. 3). L'intensità e l'amore con cui il Buon Pastore offre la sua vita per le pecore producono frutti meravigliosi: fanno di noi dei figli di Dio (II lettura). Giovanni ci assicura che "lo siamo realmente!" e che un giorno vedremo Dio "così come egli è" (v. 1-2). Con l'offerta della sua vita, il Buon Pastore è divenuto il Salvatore unico e universale, di tutti. Lo afferma con decisione l'apostolo Pietro, parlando di Gesù Cristo davanti al Sinedrio (I lettura): "In nessun altro c'è salvezza; non vi è infatti altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale sia stabilito che possiamo essere salvati" (v. 12). Seguire le orme di Gesù 'il Buon Pastore' è anche l'obiettivo che si propone oggi la XLIII Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, con l'invito a riflettere sul tema della "Vocazione nel mistero della Chiesa". (*) La vocazione di speciale consacrazione (sacerdozio, vita consacrata, vita missionaria, servizi laicali...), si rafforza solidamente nell'esperienza personale di sentirsi amato e chiamato da Qualcuno che esiste prima di te. Per qualunque tipo di vocazione, è determinante il sentire come vera questa parola di Gesù: "Conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me" (v. 14). Si tratta di un'esperienza fondante, che il teologo protestante K. Barth, superando l'idealismo cartesiano, esprime così: "Cogitor, ergo sum" (sono pensato, quindi esisto). Sentirsi nel cuore di Dio ti fa sentire vivo, grande, ti dà sicurezza, ti fa sentire figlio e fratello, fa di te un apostolo. Ti apre il cuore verso il mondo, condividendo le ansie e le preoccupazioni del Buon Pastore, che ha "altre pecore" (v. 16) da radunare, da salvare. La contemplazione porta all'identificazione con il Buon Pastore: ti fa essere Chiesa missionaria, con orizzonti grandi come il mondo intero. Tale è, per esempio, l'aspirazione e il programma missionario del vescovo di Verona, padre Flavio Roberto Carraro, dopo la celebrazione del Sinodo Diocesano (2005): "Abilitare le parrocchie a non essere ovili tranquilli dove ci si prende cura di chi è rimasto, ma piuttosto dei campi base dove si sperimenta l'incontro con il Risorto e da cui si parte per annunciare Gesù. Aiutare i cristiani a non essere solo praticanti, ma a saper prendere la parola per dare ragione della speranza che è in loro". Parola del Papa (*) "Memori della raccomandazione di Gesù: 'La messe è molta, ma gli operai sono pochi! Pregate dunque il padrone della messe che mandi operai nella sua messe!' (Mt 9,37), avvertiamo vivamente il bisogno di pregare per le vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata. Non sorprende che, laddove si prega con fervore, fioriscano le vocazioni. La santità della Chiesa dipende essenzialmente dall'unione con Cristo e dall'apertura al mistero della grazia che opera nel cuore dei credenti. Per questo vorrei invitare tutti i fedeli a coltivare un'intima relazione con Cristo, Maestro e Pastore del suo popolo, imitando Maria, che custodiva nell'animo i divini misteri e li meditava assiduamente (cfr Lc 2,19)". Benedetto XVI Messaggio per la 43° Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, domenica 7.5.2006 Sui passi dei Missionari - 7/5: 43° Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, con il tema: "Anche tu, in Cristo, dài vita alla speranza". - 8/5: B. Maria Caterina di S. Agostino Symon di Longprey (+1668), delle Suore Ospedaliere della Misericordia, dedite alla cura dei malati nel Quebec (Canada). - 8/5: Giornata Internazionale della Croce Rossa (dal 1929) / e della Mezzaluna Rossa. - 9/5: S. Pacomio (Alto Egitto, 347-348), padre del monachesimo cenobitico cristiano. - 10/5: S. Giovanni d'Avila (1500-1569), dedito alle missioni popolari nel sud della Spagna, amico e socio dei grandi riformatori del suo tempo; è il patrono dei sacerdoti Diocesani spagnoli. - 10/5: B. Giovanni Merz (1928), laico della Croazia, umanista, impegnato nella vita sociale. - 11/5: P. Matteo Ricci (1552-1610), sacerdote gesuita italiano vissuto, morto e sepolto a Pechino; missionario pioniere di una nuova presenza cristiana in Cina. - 13/5: Anniversario delle apparizioni della Madonna a Fatima (Portogallo, 1917). |