Omelia (04-05-2006) |
mons. Vincenzo Paglia |
Gli ascoltatori interrompono Gesù mentre sta parlando e si mettono a mormorare contro di lui: non potevano accettare che Gesù venisse dal cielo, che fosse mandato da Dio. Viene da Nazareth, un villaggio lontano dalla capitale ed emarginato dalla storia. Eppure è proprio di lì, dalla periferia, che è iniziata l'incarnazione di Dio. Quest'uomo, con tutta la sua debolezza e le sue tentazioni che il Vangelo ci presenta, è l'Emmanuele, Dio in terra. Sì, è uno scandalo che continua a provocare ancora oggi mormorazioni. È davvero difficile pensare che il cielo possa manifestarsi attraverso la terra, che la Parola possa presentarsi attraverso la debolezza delle parole evangeliche, che l'amore di Dio possa toccarsi attraverso l'amore dei suoi figli. Sappiamo quanto la terra sia bassa e inquinata. Ma è questo il cuore della fede cristiana: Dio ha scelto la finitezza per manifestare l'infinito; ha scelto le parole di un uomo per manifestare la sua Parola. Non c'è bisogno di sforzi sovrumani per poter comprendere le cose del cielo. Chi vuole conoscere Dio deve conoscere il suo Figlio.Chi vuole intendere il mistero di Dio, basta che legga il Vangelo. Chi si lascia attrarre dal Vangelo si lascia attrarre da Dio. E riceve nel cuore la vita eterna. |