Omelia (08-05-2006) |
mons. Vincenzo Paglia |
Gesù si propone come il "buon pastore" che raccoglie e guida le pecore sulla via di Dio. L'individualismo, annidato nel cuore di ogni uomo, oggi sembra ancor più forte: la società è più competitiva, più aggressiva e quindi più crudele. Esiste, inoltre, una spinta alla disgregazione piuttosto che alla solidarietà: singoli e popoli sentono i propri interessi al di sopra di tutto e di tutti; e crescono le distanze e i conflitti. Il sogno dell'uguaglianza è ritenuto persino pericoloso. In un mondo come questo, udire l'annuncio che è venuto il pastore di tutti è davvero una buona notizia, un Vangelo. Troppo numerosi sono i "mercenari" che badano solo al proprio interesse o a quello del proprio gruppo. Sant'Ambrogio, a ragione, notava: "Quanti padroni finiscono per avere coloro che rifiutano l'unico Signore!" Gesù, pastore buono, ci raccoglie dalla dispersione per guidarci verso un comune destino; e se occorre va a prendere personalmente chi si è smarrito per ricondurlo nell'ovile. Non è un mercenario prezzolato; non pasce se stesso o solo una parte del gregge; egli è il pastore di tutti. E non entra con frode, come fanno i ladri. Entra per la porta principale, quella del cuore. Anzi è lui stesso il cuore, la porta della nostra vita. |