Omelia (12-05-2006) |
mons. Vincenzo Paglia |
Gesù ha appena "fondato" la sua comunità, dandole come statuto il comandamento dell'amore. Ma le parole che ha aggiunto: "Figlioli, ancora per poco sarò con voi", rattristano profondamente i discepoli. Com'è possibile rassegnarsi a perdere un tale amico? Gesù ne intuisce lo stato d'animo e con accenti di estrema tenerezza dice: "Non si turbi il vostro cuore. Credete in Dio, e credete anche in me. Nella casa del Padre mio ci sono molte dimore... E quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, ritornerò e vi prenderò presso di me, affinché dove sono io siate anche voi". Gesù, per primo, desidera che i legami di amicizia non si rompano: "Voglio che dove sono io siate anche voi". Egli va avanti per preparare a ciascuno di loro un posto. È come un piccolo spiraglio aperto sul futuro della nostra vita. Forse anche noi ci siamo interrogati sulla vita dopo la morte e ci chiediamo cosa sia avvenuto agli amici ormai morti, a coloro che abbiamo amato e per i quali magari abbiamo lavorato e sofferto. Il Vangelo non ci lascia senza risposta. Anzi, quasi a volerci far toccare con mano la consolazione, parla dell'aldilà come di una casa ampia, spaziosa e abitata da amici. |