Omelia (10-05-2006) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Riservate per me Barnaba e Saulo per l'opera alla quale li ho chiamati. Come vivere questa Parola? Il versetto si situa in un contesto comunitario segnato da "digiuno" e "preghiera". "Digiuno" (inteso non solo come privazione di cibo) che crea spazi interiori, libera e dispone all'ascolto. Se il cuore è appesantito da ricerche egoistiche, se gli orizzonti sono limitati ai soli interessi relativi alla vita materiale, la Parola di Dio non trova cassa di risonanza. Non viene neppure percepita. "Preghiera", che mette in un "a tu per tu" con Dio, rende attenti alla sua Presenza, disponibili alla sua volontà, corroborati dalla sua forza. E tutto questo nel grembo di una comunità, che non solo genera alla fede, ma favorisce il pieno dispiegamento di essa nell'alveo di ogni specifica vocazione. È la comunità, prima ancora che il singolo individuo, ad essere interpellata, perché "riservi" per Dio, cioè custodisca, coltivi e sostenga la vocazione personale di ciascun suo membro. Sì, perché non solo "Barnaba e Saulo", cioè quanti sono raggiunti da una chiamata particolare quale potrebbe essere quella sacerdotale o religiosa, ma ogni battezzato è in qualche modo un chiamato. Ognuno ha la sua vocazione e si realizza nella misura in cui l'accoglie e la vive. Di essa è responsabile e garante la comunità cristiana e, in particolare, quella "piccola chiesa domestica" che è la famiglia. Oggi, nella mia pausa contemplativa, mi fermerò a considerare il mio atteggiamento di fronte alla vocazione. Assumo il mio "status" in seno alla società e alla Chiesa come "vocazione"? Mi sento responsabile della "vocazione" dei miei fratelli? Ti ringrazio, Signore, per avermi chiamato alla vita. Ti ringrazio per avermi fatto dono di una comunità (familiare, parrocchiale, religiosa...) che mi aiuta a cogliere e a vivere i tuoi appelli. Ti ringrazio e ti chiedo di aiutarmi ad assumermi, a mia volta, la responsabilità di "far corpo" con gli altri nella "preghiera" e nel "digiuno" per essere sempre disponibili a cogliere la tua voce. La voce di un esegeta La missione che affonda le radici nella vita trinitaria può nascere solo dall'ascolto della voce dello Spirito: preghiera e digiuno liberano l'uomo da quell'egoismo che lo spinge a portare avanti idee personali e a ricercare i propri interessi, non quelli di Gesù Cristo. Benito Marconcini |