Omelia (22-05-2006) |
mons. Vincenzo Paglia |
Il Signore torna a rassicurare i suoi: è vero presto saranno separati, ma non per stare più lontani da lui. Infatti l'amore che li ha legati fino ad allora, li ha fatti camminare insieme fino a Gerusalemme e, dopo i momenti bui della passione e morte di Gesù, li raccoglierà di nuovo attorno a lui risorto non finisce col finire della loro vicinanza fisica. I discepoli stessi infatti sono ora chiamati a confermarsi l'un l'altro quell'amore che li ha uniti fino ad allora a lui e a testimoniarselo moltiplicandolo. E' infatti un dono che non impoverisce chi lo fa', anzi, quello Spirito che viene dal Padre ed è trasmesso loro dal Figlio diventa l'amicizia e l'affetto che li lega ora in modo ancora più forte agli altri uomini. La testimonianza di questo legame potrà suscitare contrapposizioni e ostilità, dice il Signore, da parte di chi non lo conosce. Ecco allora la grande responsabilità di annunciare il Vangelo di avvicinare tutti a lui, perché ciò che suscita a prima vista scandalo e sconcerto sia occasione di ripensamento, di scoperta di un nuovo modo di vedere e concepire la vita, quello del Signore. |