Omelia (11-06-2006) |
padre Gian Franco Scarpitta |
Un Mistero pedagogia di vita Quando studiavo a Roma un professore di Teologia ci riferiva quanto un altro docente una volta disse ai suoi studenti all'inizio del suo corso di Teologia Trinitaria: "Ragazzi, iniziando a parlare della Trinità cominceremo con il non capirci nulla; proseguiremo a non capirci nulla, concluderemo ancora non capendoci nulla e alla fine ci affideremo al Mistero stesso della Trinità". Si trattava di una battuta di spirito che aveva tuttavia un fondo di verità: sul Mistero di Dio non possiamo affermare nulla di definitivo poiché resta sempre un Mistero in se stesso e pertanto sfugge alla nostra comprensione. Certo di questo Mistero si può parlare affrontando tantissime digressioni e promuovendo dibattiti e conferenze, come anche versando fiumi di inchiostro sui trattati e sui libri teologici, ma non potremo mai carpire quello che di per sé appartiene a Dio, ragion per cui il Mistero resta sempre Mistero incircoscrvibile da parte nostra. In parole povere che Dio sia Uno e Trino, cioè uno solo e allo stesso tempo Tre Persone (Padre, Figlio e Spirito Santo) è una verità alla quale si deve aderire solo per fede, con spirito di sottomissione e di fiducia in quanto il Signore stesso ci ha rivelato nelle Scritture e la Chiesa ci invita a credere. Il Mistero di Dio Uno e Trino è qualcosa da contemplare con stupore e a cui restare sottomessi in atteggiamento di umile ascolto considerando tuttavia che in Esso stesso si spiega già come Dio sia onnipotente al punto da essere Uno Solo e allo stesso tempo Tre. Contemplando questo ineffabile mistero, al di fuori dell'istruzione teologica notiamo subito una sola Sostanza e Tre Persone (prosopon) uguali e allo stesso tempo distinte, ciascuna con una soggettività da condividere con le altre; in questo essere Uno e Tre, ci rendiamo conto che Dio innanzitutto è davvero onnipotente poiché capace di essere unico e molteplice al medesimo tempo e che in questo suo essere e porsi non conosce limitazione alcuna andando al di là di quello che la nostra mente possa concepire. Ma Dio in se stesso è anche una comunione di persone: Padre, Figlio e Spirito Santo pur formando un solo Dio unico fanno sì che Egli viva la comunione già in se medesimo e che insegni anche a noi il valore di essere allo stesso tempo individuo e società, senza che la prima smentisca la seconda. Ad immagine di Dio, l'uomo infatti è chiamato a vivere la dimensione della propria persona insostituibile, sacra e inviolabile e allo stesso tempo quella dell'interazione con gli altri suoi simili nella comunicazione, nella solidarietà e nella comunione con gli altri essendo egli per natura sua votato a vivere con... Contemplare il Mistero della Trinità vuol dire scorgere però ancora una cosa: cosa conduce queste Tre Persone Uguali e distine a relazionarsi fra di loro sin dall'eternità? Come possono Tre Soggetti coscienti continuare a interagire sempre fra di loro? La risposta è una sola e ribadisce la pedagogia a cui sempre da parte dello stesso Dio siamo spronati: l'Amore. La comunione delle Persone si realizza infatti nell'amore vicendevole fra Padre, Figlio e Spirito Santo che realizzano il loro vincolo di reciproca appartenenza e mutua considerazione l'uno dell'altro; e appunto questo realizza la Trinità: l'Amore fra le Tre Persone da cui Essa è costituita. Già Plotino affermava che "Bonum est diffusivum sui", cioè il Bene non rimane chiuso in se stesso ma si espande al punto da traboccare al di fori di sé; il nostro Dio, sommo Bene trabocca di amore già in se stesso attraverso la relazione amorosa delle sue persone. E anche in questo siamo istruiti su una pedagogia basilare: l'amore fra il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo ci esorta all'amore vicendevole fra di noi, alla concordia e alla comunione in tutti i settori della nostra vita; cos'altro ci insegna infatti Dio Uno e Trino in se medesimo se non che la vita piena fra di noi consiste inesorabilmente nell'amarci a vicenda con franchezza e sollecitudine nella carità effettiva? Se le Persone sono amore vicendevole Esse sollecitano anche noi all'amore fraterno. Il Mistero della Trinità restando tale in se stesso ci invita insomma a scoprire il senso della nostra vita e a realizzarlo in ogni istante e in tutte le sfaccettature dell'esistenza e se per caso dimentichiamo tutti gli altri punti della Sua pedagogia, saremmo certamente sicuri di non equivocarci nell'identificarlo come Mistero di Amore e nell'amore stesso industriarci a viverlo e a realizzarlo. Ma non è affatto vero che il Mistero si ferma alla sfera del Trascendente e della "Differenza" da noi. Dio Uno e Trino di fatto non vive una vita solitaria, avulsa e distaccata dalle nostre vicende storiche ma chiama anche noi a prendere parte di questa relazione amorosa. Per poter essere espliciti su quanto stiamo affermando, innanzitutto domandiamoci: cosa permette che noi contempliamo la Trinità? Se la Trinità è un Mistero ineffabile e tuttavia da accogliere con stupore e meraviglia che cosa ha consentito che noi ci meravigliassimo? Semplicemente il fatto che Una di queste Tre Persone, per amore dell'umanità perduta, si è fatta uomo, assumendo la storia terrena e disponendo anche di un nome: Gesù Cristo Figlio di Dio. E' a partire da Lui, dalla sua vita, dalle sue parole e dai suoi insegnamenti che noi comprendiamo il vero essere di Dio; così pure è dalla continua comunione di Gesù con il Padre con cui Egli forma una cosa sola e nel mostrarsi di Gesù docile all'opera dello Spirito Santo da Lui chiamato Paraclito e Consolatore, come ancora nel suo voler donare lo Spirito e soprattutto nell'essere "il Verbo che al principio era Dio e che si è fatto carne che venne ad abitare in mezzo a noi" (Gv 1, 1-14) siamo invitati a riscoprire tale Mistero divino, affascinarci di esso e in esso entrare nella più completa delle immedesimazioni, poiché la Trinità è un Mistero non solo da credere, ma anche da assumere e nel quale tuffarci a capofitto. In Cristo la Trinità si riversa tutta nell'uomo per abbracciarlo e sedurlo con la sua vita divina già sui questa terra, sicché noi stessi portiamo i segni della Trinità (S. Agostino) e questa in- abita in noi. Abbiamo percepito anche come questo Dio, già nel suo essere Uno e Molteplice dica molto di se stesso e allo stesso tempo anche di noi essendo il se stesso già esplicita la sua volontà nei nostri confronti per quello che riguarda la vita quotidiana e le vicende di tutti i giorni. Non resta allora che lasciare che il Mistero si impossessi di noi, ci penetri a fondo accogliendo il suo invito alla partecipazione di se stesso senza che noi gli poniamo alcun limite o ostacoliamo il suo volersi fare per noi. |