Omelia (21-05-2006)
padre Paul Devreux


Gesù si è presentato come il Buon Pastore, che dà la vita per le sue pecore, poi come la vite vera, che dà la vita ai suoi tralci. Ora c'invita a rimanere nel suo amore per essere in comunione con lui e con il Padre. Gesù ha sperimentato che rimanere in comunione con suo Padre è stato per lui fonte di gioia e invita noi a fare altrettanto per essere anche noi nella gioia piena. Si tratta della gioia che t'invade quando fai qualche cosa di bello e buono, come quella che si vive quando nasce un bambino. E' la gioia di chi crea, opposta alla noia di chi non ama; infatti, la via per perseguirla è quella di mettere in pratica il comandamento dell'amore, come ha fatto Gesù.

Questo è molto bello perché è la risposta a tante domande. Ogni volta che m'interrogo sul da farsi, su ciò che è opportuno, utile, giusto, il comandamento dell'amore mi aiuta, mi fa da guida per fare il mio discernimento e le scelte.

Inoltre Gesù ci chiama amici. La riprova di ciò sta nel fatto che ci dice tutto ciò che ha imparato dal Padre. Non nasconde nulla, non fa misteri né segreti. Infatti, anche oggi vediamo che chi pretende di detenere o svelare dei segreti cerca solo di attirare l'attenzione per far soldi, avere potere e non ci è amico. Gesù è un amico vero perché non ci nasconde nulla e condivide tutto con noi.

L'apostolo Giovanni, ormai anziano ed esiliato, a chi gli rendeva visita, non si stancava di ripetere all'infinito: "Amatevi fratelli, amatevi gli uni gli altri".