Omelia (21-05-2006) |
padre Antonio Rungi |
"Amatevi gli uni gli altri" Il frutto più visibile e credibile della Pasqua è un amore più grande e consistente verso Dio e verso i fratelli. Questo lo comprendiamo alla luce del Vangelo della VI Domenica di Pasqua, incentrato proprio questa tematica. Tematica molto attuale anche per la recente Enciclica di Benedetto XVI proprio sull'amore "Dio è amore", "Deus caritas est". Il brano del Vangelo che ascolteremo oggi ci invita a riflettere seriamente sulla tematica dell'amore e soprattutto ad immergerci in un'esperienza di amore cristiano che significa, in sostanza, osservare la legge di Dio e seguire gli insegnamenti della Chiesa. "In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Come il Padre ha amato me, così anch'io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l'ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri". Facendo esperienza di amore vero, i cristiani sono i veri testimoni della risurrezione di Cristo nel mondo. La vita di Cristo è espressione di amore totale e totalizzante, la vita dei cristiani dovrebbe riflettere lo stile del proprio maestro e pertanto dovrebbe essere un'espressione di amore sincero dell'uno verso l'altro. Un amore che si concretizza, sul modello di Gesù, a dare la vita per i propri amici. E si è amici nella logica del Vangelo, si è discepoli di Cristo, se uno osserva ciò che Cristo ha insegnato e continua ad insegnarci mediante l'autorevole voce della Chiesa, da lui istituita per la santificazione del genere umano. Su questo tema dell'amore si concentra anche il brano della seconda lettura tratta dalla prima lettera di San Giovanni Apostolo che approfondisce in essa i risvolti morali di tale amore nella vita cristiana: "Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l'amore è da Dio: chiunque ama è generato da Dio e conosce Dio. Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore. In questo si è manifestato l'amore di Dio per noi: Dio ha mandato il suo Figlio unigenito nel mondo, perché noi avessimo la vita per lui. In questo sta l'amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati". L'amore viene da Dio e porta a Dio e chi ama sente dentro di se il desiderio forte di Dio e la nostalgia di Dio. Noi siamo affamati di amore e solo Dio può riempire il nostro cuore. Nessuna cosa e creatura al mondo può compensare in modo pieno e totale questo bisogno di amore che è fondamentale nella persona umana, perché fatta ad immagine e somiglianza di Dio e quindi assomiglia della carità divina. In questo contesto di riflessione sul tema dell'amore si comprende il brano degli Atti degli Apostoli, prima lettura, che ascoltiamo oggi. Un brano che focalizza l'attenzione su questo Dio che è amore infinito e che non fa preferenza a nessuno e di nessuno, perché vuole che tutti si salvino, in quanto tutti sono figli di Dio, senza discriminazione alcuna. "Avvenne che, mentre Pietro stava per entrare [nella casa di Cornelio], questi andandogli incontro si gettò ai suoi piedi per adorarlo. Ma Pietro lo rialzò, dicendo: "Alzati: anch'io sono un uomo!". Poi, continuando a conversare con lui, entrò e trovate riunite molte persone disse loro: "In verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenze di persone, ma chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque popolo appartenga, è a lui accetto". Pietro stava ancora dicendo queste cose, quando lo Spirito Santo scese sopra tutti coloro che ascoltavano il discorso. E i fedeli circoncisi, che erano venuti con Pietro, si meravigliarono che anche sopra i pagani si effondesse il dono dello Spirito Santo; li sentivano infatti parlare lingue e glorificare Dio. Allora Pietro disse: "Forse che si può proibire che siano battezzati con l'acqua questi che hanno ricevuto lo Spirito Santo al pari di noi?". E ordinò che fossero battezzati nel nome di Gesù Cristo. Dopo tutto questo lo pregarono di fermarsi alcuni giorni". Come è facile intuire, Pietro è all'opera per portare ai non credenti l'annuncio cristiano fondamentale che è la risurrezione di Cristo. Questo Dio si rivolge a tutti gli uomini e all'uomo nella sua integrità ed interezza. Ecco perché vuole che tutti gli uomini si salvino nel mistero della Pasqua di Cristo che è morto sulla croce per i peccati del mondo. Alla base della risposta personale alla chiamata alla santità, ovvero alla salvezza, c'è il sacramento del Battesimo, che è sacramento della fede e dell'immersione in Cristo, unico Salvatore del mondo. Non possiamo concludere questa riflessione senza valorizzare i contenuti del salmo responsoriale che proclameremo durante la celebrazione eucaristica di questa domenica: "Cantate al Signore un canto nuovo, perché ha compiuto prodigi. Gli ha dato vittoria la sua destra e il suo braccio santo. Il Signore ha manifestato la sua salvezza, agli occhi dei popoli ha rivelato la sua giustizia. Egli si è ricordato del suo amore, della sua fedeltà alla casa di Israele. Tutti i confini della terra hanno veduto la salvezza del nostro Dio. Acclami al Signore tutta la terra, gridate, esultate con canti di gioia". Amore, pace e gioia sono i cardini di un'esperienza di Pasqua che vogliamo continuare a fare in questi giorni santi che ci porteranno progressivamente verso le celebrazione annuale dell'Ascensione e della Pentecoste, senza citare la solennità dl Corpus Domini e la solennità della Santissima Trinità, la vera e perfetta icona dell'amore all'interno delle relazioni divine e modello per le relazioni umane, improntate alla vera comunione, alla pari dignità, alla diversità delle missioni, alla fraternità condivisa e proposta come via preferenziale per vivere nell'orizzonte del Vangelo il tempo presente e soprattutto il tempo che il Signore ci ha concesso in questo mondo. Vorremmo fare nostro l'invito di molti e soprattutto dei santi dei nostri giorni: "Trova il tempo di fare la carità: è la porta del Paradiso". |