Omelia (21-05-2006) |
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Il comandante bambino Nell'anno 3006 la vita sul nostro pianeta era molto cambiata: Innanzitutto la medicina era diventata una scienza così avanzata che nessuno invecchiava più. Tutta la popolazione era ormai formata solo da bambini. C'erano bambini banchieri, bambini ingegneri, bambini piloti di formula uno, bambini calciatori di serie A, bambine professoresse, bambine conduttrici dei programmi alla televisione... La televisione trasmetteva non più solo le immagini ma anche gli odori! Così la bambina presentatrice della prova del cuoco poteva far sentire ai telespettatori anche il profumo dei piatti e invitarli a votare i concorrenti. La tecnologia aveva fatto davvero passi da gigante. I game boy erano passati dall'essere comandati con la sola forza del pensiero a quelli di ultimissima generazione che permettevano di entrare dentro lo schermo e giocare dal vivo, in tre dimensioni. Ma c'erano anche degli inconvenienti: per esempio il petrolio era quasi completamente esaurito. La cosa più grave, però, era che i cambiamenti climatici avevano fatto alzare notevolmente la temperatura e tutto il mondo si stava trasformando in un grande sconfinato deserto. I generali supremi di tutte le forze armate di tutte le nazioni avevano dato l'ordine di evacuare, cioè di andare via dai propri territori e di condurre le popolazioni di bambini in un luogo che era rimasto incontaminato. Si trattava di una specie di oasi situata al polo sud, dove i ghiacci erano diventati dei laghetti e la terra un paradiso con tanti alberi e animali di ogni specie. I bambini comandanti avevano il compito di organizzare la grande marcia e scegliere i mezzi necessari per attraversare il deserto fino a raggiungere l'oasi. Ognuno dava i suoi comandamenti e tutti dovevano ubbidire e partire equipaggiati secondo il comando che avevano ricevuto. Un comandante bambino fece rastrellare tutto il petrolio rimasto in circolazione e caricò il suo popolo di bambini su grandissimi camion pensando che così la sua nazione sarebbe giunta per prima all'oasi senza fare fermate durante il tragitto. Un altro comandante bambino fece riempire tanti contenitori con l'acqua rimasta e partì con il suo popolo di bambini sopra dei carri trainati da buoi. Un altro comandante scelse di andare a piedi facendo però portare a ciascun bambino un zaino contenente tende da campeggio e tutto il necessario per un viaggio così lungo e avventuroso, cosicché lo zaino era parecchio pesante. Ogni comandante bambino, insomma, escogitava un piano e partiva con il suo popolo di bambini. C'era anche un comandante che sembrava essere tutto matto e nessuno voleva andare con lui. I suoi comandi, infatti, erano davvero strani. Bisognava portare con se solo un ombrello, un vestito leggero di colore bianco e uno zaino pieno di paglia; andare a messa tutti i giorni ed essere pronti a morire pur di far vivere il proprio compagno di viaggio. A motivo di questi strani comandi, quelli che scelsero di andare con lui erano molto pochi: erano solo i bambini più poveri che non avevano soldi per pagare la loro quota di petrolio o altro equipaggiamento e quelli che avevano fatto il catechismo per la prima comunione, sempre presenti e contenti alla Messa della domenica. Durante il viaggio il petrolio finì e tutti quelli che avevano seguito il primo comandante morirono di fame e di sete nel deserto. Durante il viaggio anche l'acqua finì, anche perché i buoi bevevano molto, e tutti quelli che avevano obbedito al secondo comandante cominciarono a litigare fra di loro e morirono cercando di rubare l'acqua l'uno all'altro. Quelli che erano andati a piedi morirono lo stesso per la fatica e per il sole perché lo zaino era troppo pesante. Invece, quelli che avevano obbedito ai comandamenti del comandante matto, di giorno camminavano con l'ombrello aperto e si riparavano dal sole. Di notte lasciavano l'ombrello rovesciato, aperto verso l'alto, e così la mattina bevevano la rugiada che si depositava all'interno. Leggeri com'erano, con lo zaino pieno di paglia, camminavano senza fatica e quando videro dei cammelli li attirarono con la paglia e i cammelli divennero il loro mezzo di trasporto, il mezzo migliore che esiste nel deserto. La messa che il comandante bambino ogni giorno celebrava – perché era un bambino sacerdote – permetteva a tutti di mangiare quell'ostia di pane che dava a ciascuno una speciale energia. Ogni bambino e bambina era pronto a dare la vita per aiutare il proprio amico o la propria amica e questo permetteva a tutti quanti di vincere qualsiasi difficoltà. Dopo 40 anni giunsero all'oasi. Furono gli unici a rimanere vivi, e vissero per sempre felici e contenti. Quegli strani comandamenti li avevano salvati. Il loro comandante li aveva riassunti in un'unica frase che era diventata la loro unica legge:«Amatevi gli uni gli altri». Provate a indovinare il nome di quello strano comandante bambino... Commento a cura di don Giampaolo Perugini |