Omelia (28-05-2006)
padre Romeo Ballan
Ascensione: per una Chiesa in stato permanente di missione

Riflessioni
L'Ascensione di Gesù al cielo si presenta sotto tre aspetti complementari: 1°. come una gloriosa manifestazione di Dio (I lettura): con la nube delle apparizioni divine, uomini in bianche vesti, ben quattro riferimenti al cielo in soli due versetti, è annunciato il ritorno futuro... (v. 9-11); 2° come l'epilogo di una impresa difficile e paradossale, ma riuscita (II lettura): Gesù ascendendo in cielo, distribuisce doni agli uomini ed è la pienezza di tutte le cose (v. 8.10); 3° come l'invio degli apostoli per una missione grande come il mondo (Vangelo).

Gli avvenimenti finali della vita terrena di Gesù danno senso e illuminano il tribolato percorso anteriore. "Per questo Giovanni parla di esaltazione, quindi di ascensione di Gesù nel giorno stesso della morte in croce: morte-risurrezione-ascensione costituiscono l'unico mistero pasquale cristiano che vede il recupero in Dio della storia umana e dell'essere cosmico. Anche i quaranta giorni, di cui è fatta menzione in Atti 1,2-3, evocano un tempo perfetto e definitivo e non sono certo da vedere come un'informazione cronologica" (G. Ravasi).

La compiutezza dell'avvenimento pasquale di Gesù sta alla radice della gioiosa speranza della Chiesa e della "serena fiducia" dei fedeli di essere un giorno "nella stessa gloria" di Cristo (Prefazio). È questa la radice dell'impegno apostolico e dell'ottimismo che anima i missionari del Vangelo, nella certezza di essere portatori di un messaggio e di un'esperienza di vita riuscita, grazie alla risurrezione. Anzitutto, è vita pienamente riuscita in Cristo; ed è già, anche se solo in forma iniziale, una vita riuscita nei membri della comunità cristiana. I frutti ci sono: occorre vederli e saperli apprezzare.

Motivati interiormente da tale positiva esperienza di vita nuova in Cristo, gli Apostoli –e i missionari di tutti i tempi– ne diventano "testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samarìa e fino agli estremi confini della terra" (At 1,8), in un percorso che si apre progressivamente dal centro iniziale (Gerusalemme) verso una periferia vasta come il mondo intero. Tutto il mondo, infatti, è il campo al quale Gesù, prima di salire al cielo, manda i suoi discepoli (Vangelo): "Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura" (v. 15). (*)

I verbi dell'invio in missione mantengono la loro perenne attualità: 'andare' indica il dinamismo e il coraggio per immergersi nelle sempre nuove situazioni del mondo; 'predicare' perché i popoli diventino seguaci non tanto di una dottrina, ma di una Persona; 'credere' vuol dire l'obbedienza della fede; 'battezzare' segnala il sacramento che trasforma e inserisce le persone nella vita trinitaria ed ecclesiale.

Gli apostoli mettono in pratica subito il comando di Gesù: "partirono e predicarono dappertutto" (v. 20). Le ultime parole dei Vangeli sono il lancio della Chiesa in missione, - una Chiesa in stato permanente di Missione! - per continuare l'opera di Gesù. Ovunque, sempre! Con l'impegno di ciascuno, secondo il proverbiale "rimboccarsi le maniche", perché il progetto inaugurato da Gesù arrivi a trasformare le persone dal di dentro, nel cuore, e, in tal modo, si crei un mondo più giusto, fraterno, solidale. Lo sguardo al cielo -meta finale e ispiratrice del gran viaggio della vita- non distrae e non toglie energie, anzi stimola i cristiani e gli evangelizzatori ad avere uno sguardo d'amore sul mondo, un impegno missionario aderente alle situazioni concrete, generoso e creativo per la vita della famiglia umana.

Parola del Papa
* "E' proprio così: noi esistiamo per mostrare Dio agli uomini. E solo laddove si vede Dio, comincia veramente la vita. Solo quando incontriamo in Cristo il Dio vivente, noi conosciamo che cosa è la vita... Non vi è niente di più bello che essere raggiunti, sorpresi dal Vangelo, da Cristo. Non vi è niente di più bello che conoscere Lui e comunicare agli altri l'amicizia con lui. Il compito del pastore, del pescatore di uomini può spesso apparire faticoso. Ma è bello e grande, perché in definitiva è un servizio alla gioia, alla gioia di Dio che vuol fare il suo ingresso nel mondo".
Benedetto XVI
Omelia per l'inizio solenne del Pontificato, 24 aprile 2005

Sui passi dei Missionari
- 28/5: Ascensione del Signore Gesù al cielo, dopo aver inviato gli Apostoli al mondo intero. – Giornata delle Comunicazioni Sociali.
- 28/5: Beati Antonio Giuliano Nowowiejski (1858-1941) e Leone Wetmanski (1886-1941), rispettivamente arcivescovo e vescovo ausiliare di Plock (Polonia), presidente e segretario dell'Unione Missionaria del Clero (PUM), ambedue morti in campo di concentramento.
- 29/5: B. Giuseppe Gérard (1831-1914), sacerdote francese degli Oblati di Maria Immacolata, missionario pioniere in Sudafrica e Lesotho.
- 29/5: S. Orsola (Giulia) Ledóchowska (1865-1939), religiosa austriaca, fondatrice delle Orsoline del S. Cuore di Gesù Agonizzante: realizzò viaggi missionari in diversi Paesi d'Europa.
- 30/5: S. Giuseppe Marello (1844-1895), vescovo di Acqui Terme (Piemonte), fondatore degli Oblati di S. Giuseppe, per la formazione morale e cristiana della gioventù.
- 31/5: Festa della Visitazione di Maria a Elisabetta: incontro di fede e di lode al Signore.
- 1/6: S. Giustino, filosofo cristiano, nato in Palestina e martirizzato a Roma (+165).
- 1/6: B. Giovanni B. Scalabrini (1839-1905), vescovo di Piacenza, fondatore dei Missionari di S. Carlo, per l'assistenza pastorale dei migranti.
- 2/6: Con la bolla pontificia 'Sublimis Deus', Paolo III condanna la schiavitù (anno 1537).
- 3/6: SS. Carlo Lwanga e 21 compagni martiri d'Uganda, uccisi (fra 1885-1886) a Namugongo e dintorni di Kampala. – Assieme a loro, furono uccisi altri 23 giovani di confessione anglicana.