Omelia (28-05-2006)
padre Paul Devreux


Celebriamo oggi la festa dell'Ascensione di Gesù al Cielo. Festa grande perché è un momento di transizione fondamentale; d'ora in poi niente sarà più come prima perché la presenza del Signore nel mondo cambia radicalmente stile. Prima Gesù era il Dio incarnato che camminava con gli apostoli e faceva loro da maestro e guida. Era colui che ci svelava il volto del Padre e il suo amore per noi.

Ora diventa colui che è assiso alla destra del Padre e intercede per noi, diventa il Signore di tutti e per tutti, perché diventa una presenza universale. D'ora in poi tutti possiamo puntare ad una comunione con lui tramite la preghiera, la mediazione della Chiesa e i Sacramenti.

Questa scelta di cambiare stile di presenza è un'ulteriore prova di quanto questo Signore sia veramente un "signore" e un padre che ama i suoi figli di un amore totalmente gratuito e disinteressato, tanto da essere disposto a sparire pur rimanendo a disposizione di chiunque lo chiami e lo richiami, dopo lunghi periodi di disinteresse nei suoi confronti.

Dal suo modo di fare sembra quasi che il Signore sia sempre pronto ad ascoltarmi quando lo invoco e che il resto del tempo, in cui mi scordo di lui, mi sta a guardare sorridendo come un babbo che guarda il proprio figlio che prova a camminare da solo, contento di questi suoi tentativi d'autonomia. Se cosi è, lui è veramente grande e io piccino e meschino, con i miei ragionamenti e calcoli.

La festa dell'Ascensione segna l'ultima apparizione solenne di Gesù, dove dà loro la missione di evangelizzare. Dopo diventa volutamente assente, affinché i discepoli siano costretti a cominciare a camminare con le loro gambe e a ragionare con la loro testa. Per loro è un passaggio difficile. La loro tendenza è di rimanere fermi a guardare il Cielo, che corrisponde a guardare al passato o a cercare una consolazione nel futuro. Ma gli angeli intervengono subito invitandoli a rimettere i piedi per terra per costruire il Regno qui e ora.

Oggi tocca a me, perché se domando al Signore cosa ha fatto per il mondo d'oggi, mi risponde: "Ho fatto te".