Omelia (28-05-2006)
mons. Ilvo Corniglia


Nella festa dell'Ascensione la Chiesa celebra ancora la risurrezione di Gesù, ma nella sua dimensione più profonda. In che senso? Gesù è risorto, ha vinto la morte. Questa affermazione, che è il cuore dell'annuncio pasquale, potremmo intenderla in senso riduttivo o equivoco, pensando per es. che Gesù ha lasciato il sepolcro tornando semplicemente alla forma di esistenza che aveva prima della passione e morte. Egli, invece, è entrato in uno stato di vita radicalmente nuovo, la vita stessa di Dio, la giovinezza di Dio, la felicità di Dio, che sono eterne e infinite. E' quanto cogliamo nel brano degli Atti e nel passo evangelico di oggi.
In Atti Luca narra l'ultima apparizione di Gesù risorto ai discepoli. In questo incontro Egli orienta il loro sguardo al futuro prossimo che li attende: "Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni...fino agli estremi confini della terra". Con queste parole Gesù delinea l'esperienza e il servizio della Chiesa nella storia. Alla base di tale esperienza c'è il dono dello Spirito. E' Lui, fonte inesauribile di vita, che comunica la luce, l'energia e il coraggio per la missione. Questa missione consiste nel rendere testimonianza al Cristo risorto. Ecco l'altro elemento costitutivo dell'esperienza e della coscienza della Chiesa: "sarete testimoni di me", cioè della mia persona. Lo Spirito svolge un ruolo decisivo nell'abilitare gli evangelizzatori al loro compito. Tale testimonianza al Risorto, che è dono e impegno nello stesso tempo, ha una apertura universale: nessun territorio è escluso, cioè ogni persona della terra e della storia è destinataria di questo annuncio. Il libro degli Atti mostra come gradualmente, di tappa in tappa, si è realizzato sotto la guida dello Spirito Santo il "programma missionario" affidato da Gesù ai discepoli prima dell'Ascensione. Affidato anche a noi che siamo chiamati a scrivere oggi nuovi capitoli degli Atti degli Apostoli.
A questo punto Luca narra l'Ascensione. Non è tanto interessato a offrire la cronaca di questo avvenimento. Intende piuttosto mostrare alcuni aspetti della Pasqua di Gesù. Colpisce la ricorrenza del termine "cielo": l' "andare" di Gesù al "cielo", l' "essere assunto fino al cielo", l' "essere elevato in alto". Tutto questo è evocato dalla parola "Ascensione". Visualizzando in modo così marcato la partenza di Gesù, Luca la presenta come un "viaggio spaziale", come un trasferimento in qualche parte remota dell'universo? Non si tratta di questo: Gesù non è un "astronauta". Il "cielo" è chiaramente simbolo di Dio. Così pure la "nube" che, avvolgendo Gesù, lo sottrae allo sguardo dei discepoli, nella Bibbia indica la realtà di Dio che si fa misteriosamente presente. Tutto questo linguaggio simbolico, allora, dice che Gesù, risorgendo dai morti, è entrato nel mondo di Dio, inabissandosi nel vortice infinito della vita di Dio. Nella sua umanità totalmente trasfigurata Egli condivide la regalità universale di Dio e il modo di essere proprio di Dio, distribuendo i doni di Dio (cfr. Ef. 4,8: II lettura).
Ciò comporta necessariamente la cessazione della sua presenza visibile tra gli uomini. L'Ascensione inaugura, così, un tempo nuovo: il tempo della Chiesa, il tempo della missione dei testimoni, il tempo dello Spirito che suscita e sostiene la missione. Attraverso l'esistenza, l'attività, l'annuncio dei "testimoni" Lui, Gesù, continuerà a essere presente in modo quasi visibile, raggiungendo e conquistando ogni uomo della storia.
Tutto questo fino al giorno in cui "tornerà" nella gloria, quando la sua presenza, ora invisibile, sarà pienamente svelata. Lo ricordano gli angeli ai discepoli, mentre li richiamano al dinamismo missionario. Un appello che vuole scuotere e rianimare quei cristiani che forse non aspettano più nulla e hanno smarrito il senso del loro vivere e del loro agire. In questa attesa, piena di speranza e non di rado anche di nostalgia, noi sappiamo che Gesù con
l'Ascensione, cioè col suo ingresso nella realtà di Dio, ha portato in Dio la nostra umanità, ormai glorificata: dove è arrivato Lui, il primo fratello, siamo attesi anche noi (cfr. la Colletta della Messa). Sappiamo anche che, immerso in Dio, Gesù ci è ora vicino e presente come lo è Dio stesso, con una potenza e un amore che sono propri di Dio.

Il Vangelo di oggi presenta il medesimo mistero, sia pure con variazioni e accentuazioni diverse.
La parola del Risorto risuona ancora in tutta la sua forza: "Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo a ogni creatura.". Non bisogna aspettare che i popoli vengano, ma occorre muoversi incontro a tutti gli uomini.
Nei testi profetici dell'A.T. prevaleva la concezione secondo cui le "genti"sarebbero accorse nella città santa di Gerusalemme, attratte dalla presenza di Dio in mezzo al suo popolo (cfr. es. Is. 2,2-5; 60, 1-6). Tale prospettiva rimane nel N.T.: la comunità cristiana, quando vive l'amore fraterno (cfr. Gv 13, 34-35), manifesta la presenza in essa di Gesù risorto ed è un richiamo efficace alla conversione per quanti l'avvicinano. Cfr. es. la preghiera di Gesù: "Padre, che tutti siano una cosa sola perché il mondo creda" (Gv 17,21).
Gesù risorto, però, inaugura anche un movimento centrifugo: i suoi testimoni devono raggiungere gli uomini, ogni uomo, nella loro cultura e con i loro problemi. La missione, così, suppone una partenza, un "esodo" permanente, dal proprio ambito sociale, dalla propria mentalità, per volgersi ai pagani, siano essi geograficamente vicini o lontani, in un dialogo pieno di rispetto e in un annuncio umile e gioioso: "Predicate il Vangelo". Propriamente significa l'atto dell'araldo che proclama una notizia in modo che tutti la ricevano. Una notizia che, essendo bella e unica, esige il massimo impegno nel trasmetterla da parte dell'inviato-testimone.
Quanti cattolici praticanti sono consapevoli che il compito prioritario della parrocchia e di ogni fedele è proprio il trasmettere la fede a chi non crede, a chi crede in modo debole, ai credenti di altre religioni?. Quanti cattolici sanno che la Chiesa e il singolo credente esistono per "comunicare il Vangelo" agli altri?
La risposta all'annuncio del Vangelo è la fede, che ha nel Battesimo il suo sigillo. L'uomo deve fare una scelta, che può essere drammatica, tra la fede e l'incredulità.
Gesù enuncia una serie di segni straordinari che accompagneranno la vita dei credenti. Tale elenco cosa significa? Sicuramente intende mostrare l'efficacia del Vangelo, quando viene accolto: rivoluziona tutto nella vita dei singoli, nei rapporti interpersonali e nella società. Indica anche che, quando questo brano evangelico è stato scritto, tali segni si verificavano. Non solo, ma che accompagnano l'esistenza della Chiesa in ogni tempo. Si pensi es. ai miracoli nella vita dei santi e al fiorire di carismi straordinari anche nella Chiesa di oggi.
"Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu assunto in cielo e sedette alla destra di Dio". L'Ascensione e l'intronizzazione di Gesù come Signore, partecipe del potere universale di Dio, hanno come conseguenza immediata la missione degli Apostoli: "Allora essi partirono e predicarono dappertutto". L'evangelizzazione è obbedienza al comando del Risorto ed è frutto diretto della glorificazione di Gesù, il quale "operava insieme con loro", congiungeva cioè la sua "energia" di Risorto con gli umili sforzi dei suoi inviati. "E confermava" la loro "parola" con i prodigi che aveva promesso.
Se nel testo di Atti quale aiuto efficace per la missione era promesso lo Spirito Santo, qui è Gesù risorto in persona che si accompagna ai discepoli e comunica loro la sua forza nell'opera di evangelizzazione.
Ai cristiani di ogni tempo, quindi anche di oggi, - spesso distratti, tiepidi o inquieti - il mistero dell'Ascensione ricorda la presenza attiva del Cristo glorioso nella sua Chiesa, il bisogno che ha di noi per rivelarsi al mondo, e la forza che ci assicura per realizzare la missione.
Ambito particolarmente delicato e vitale in cui esercitare la propria testimonianza è quello delle comunicazioni sociali. Alla 44° Giornata Mondiale – che oggi si celebra – il Papa ha dato come tema "I media: rete di comunicazione, comunione e cooperazione".

Quando mi trovo davanti a qualcuno, in qualunque situazione, Gesù mi chiede: "Annunciagli il Vangelo! Sii mio testimone!". Come fare? Cominciando ad amare concretamente ognuno. Se poi si presenta l'opportunità, Gesù mi chiederà anche di parlare. Nessuno mi deve sfiorare invano! La forza, l'entusiasmo, la gioia per attuare tutto questo Gesù ce l'assicura e ce la dona. E' Lui stesso con noi. E' lo Spirito Santo. Come gli apostoli riuniti con Maria nel Cenacolo, attendiamolo e invochiamolo.