Omelia (26-05-2006) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Nessuno vi potrà togliere la vostra gioia. Come vivere questa Parola? L'ora della passione incombe, eppure Gesù parla insistentemente di gioia. Un elemento essenziale per il cristiano e che pure è stato tanto spesso relegato nell'al di là, quasi che il tempo presente debba essere necessariamente segnato dalla tristezza.. Ma sfogliando il vangelo, anzi tutta la Bibbia, non troviamo una sola parola che ci autorizzi a pensare così. Certo, aspettiamo la vita eterna, crediamo che "le sofferenze del tempo presente non sono paragonabili alla gioia futura", ma crediamo soprattutto in un Dio che vuole la nostra gioia fin d'ora. "Rallegrati Maria" è il saluto che inaugura i tempi messianici. "Rallegratevi sempre nel Signore, ve lo ripeto: rallegratevi" esorta S.Paolo. Rallegratevi, ora, qui. Siamo creati per la gioia, una gioia che nessuno potrà mai rapirci perché fondata su Dio-Amore. Lui ne è la sorgente e il garante. L'equivoco nasce, forse, dalla confusione tra allegria, che è lo spumeggiare superficiale di una situazione psichica alquanto instabile, e gioia, che è una situazione interiore in cui l'essere si sente pacificato, in armonia con se stesso Dio gli altri il cosmo. Gioia che si attinge non dalla felice coincidenza di situazioni ottimali, ma direttamente alla Sorgente. Gioia che riflette la luce del Risorto e ovunque ne scopre le impronte. Questa gioia nessuno potrà mai rapircela, perché chi mai potrà separarci dall'amore di Cristo? Non ci ha Egli assicurato che sarebbe rimasto con noi tutti i giorni fino alla fine dei tempi? In questa presenza costante del Risorto è la nostra gioia. Se si offusca è perché noi ci sottraiamo alla sua presenza, riducendo l'evento pasquale a un commovente ricordo annualmente riesumato. Oggi, nel mio rientro al cuore, cercherò i motivi delle mie tristezze. Poi li confronterò con quanto mi autorizzerebbe a vivere nella gioia e mi impegnerò a restituire al mio cuore e al mio volto l'aspetto di un "redento". Seppellisci, Signore, nel tuo cuore tutte le mie tristezze e rendimi gioioso testimone della tua resurrezione. La voce della Prima Direttrice Generale dell'Istituzione Teresiana Una gioia che si frantuma alla più piccola prova, che si incrina di fronte alla più piccola contrarietà, non ha buone fondamenta, non è gioia vera, non è partecipazione della gioia di Dio. Serva di Dio Josefa Segovia Moròn |