Omelia (03-06-2000)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Giovanni 16,23-28

Dalla Parola del giorno
In verità, in verità vi dico: se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà. Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena.

Come vivere questa Parola?
Se mai insorgono dubbi sull'amore del Signore per noi, ci ricorderemo di questo versetto, vero? Qui infatti abbiamo piena conferma del suo avvolgerci di un bene che è salvezza. Gesù non vuole affatto vederci frustrati e in difficoltà circa l'esprimere o no i nostri desideri. Ci invita a chiedere, dilatandoci nella libertà dei figli di Dio. Vuole che chiediamo in suo nome, dentro la sua potenza divina dato che, come dice la lettera agli Ebrei, Egli è sempre vivo a intercedere per noi presso il Padre (Cf Eb. 7,25).
"Il Padre stesso vi ama (...) perché voi mi avete amato (...). Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo e vado al Padre".
Si, Gesù nella sua Ascensione ritorna al Padre ma, se lo vogliamo, ci prende con sé. Pregare nel suo nome non è infatti un entrare nell'amore vicendevole del Padre e del Figlio? Veniamo come afferrati nell'adesione intima e libera alla Volontà del Padre e di Gesù per noi che è amore, è salvezza. Di qui, solo di qui è la pienezza della gioia!

L'esercizio spirituale oggi è proprio dare sfogo ai desideri del cuore ma trasformandoli in preghiera di petizione. Chiedo in piena libertà, chiedo da figlio e da fratello, chiedo con insistente fiducia e mi lascio contemporaneamente afferrare dal movimento d'amore reciproco che è tra il Padre e il Figlio. E gusto la gioia di credere che la risposta è scelta d'amore per me, è scelta del mio vero meglio, che io subito comprenda o no.

La voce di un grande poeta
"Nulla da te Dio vuole se non che in lui riposi:
fa questo e lui farà per te ogni altra cosa ".
Angelo Silesius sec. XVII