Omelia (28-06-2000)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla Parola del giorno
Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci. Dai loro frutti li riconoscerete (...). Un albero buono non può produrre frutti cattivi; né un albero cattivo frutti buoni.

Come vivere questa Parola?
Attualissimo anche questo avvertimento di Gesù. C'è infatti, nella cultura attuale, un proliferare di proposte pseudospirituali, spesso all'insegna del magico e dell'equivoco.
Come discernere il vero dal falso?
Gesù suggerisce come criterio di discernimento l'osservazione dei frutti. Se l'insegnamento è conforme al Vangelo e alla retta tradizione della Chiesa, il frutto è la pace profonda del cuore, è la verità sempre strettamente saldata alla carità: una verità che si dissocia da tutto ciò che è subdolo, equivoco, perturbatore.
Se invece il frutto, anche se offerto sul piatto d'argento di modi accattivanti, crea inquietudine, divisioni, permissività in campo morale, ottenebramento della coscienza, si deve dire che l'albero è cattivo.

L'esercizio spirituale di oggi è quello di vedere, nel silenzio del cuore, quali sono i miei profeti: forse quelli di certe trasmissioni TV, di certi giornali e di altre fonti di permissivismo imperante che mi schiavizzano nel cuore?
Mi è consolante ricordare S. Paolo: "Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi". Verbalizzerò così:

"Gesù, sei tu la mia libertà. Se vivo unito a Te, albero di vita, porterò io stesso frutti di libertà e di amore autentico".

La voce di un Padre, vescovo e martire
L'albero si riconosce dal suo frutto: così chi professa di appartenere a Cristo si riconosce dalle sue opere. E' meglio essere cristiano senza dirlo, che dirlo senza esserlo".
S. Ignazio di Antiochia