Omelia (29-06-2000)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento Matteo 7,21-29

Dalla Parola del giorno
Disse Gesù: "Voi chi dite che io sia?". Rispose Simon Pietro: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio Vivente". E Gesù: "Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio".

Come vivere questa Parola?
Non era un superuomo Simon Pietro! Conosciamo il "fuoco" del suo temperamento schietto e appassionato, ma conosciamo anche la debolezza che lo ha spinto a cadere nel rinnegamento del Maestro, per paura.
Davvero non "la carne né il sangue", ossia non le capacità intuitive della sua intelligenza e del suo cuore, ma il Padre stesso si prese cura d'illuminare l'apostolo di Gesù. E fu Gesù a proclamarlo "beato" (=felice) dandogli fiducia a tal punto, da renderlo di nome e di fatto "pietra" e fondamento della sua Chiesa. Vivere questa Parola significa persuadersi che poiché Gesù è il Figlio del Dio Vivente e dunque l'unico vero mediatore tra Dio e l'uomo, tutto ha senso nella mia vita. Anche il dolore che Lui ha preso su di sé. Anche la morte che Lui volontariamente ha affrontato per me.

L'esercizio spirituale di oggi è quello di rientrare spesso al cuore dove Gesù, per la fede, abita con me, e ripetergli con amore: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente". Posso anche, con l'Apostolo Paolo, pregare così: "Tu mi hai amato e ti sei dato per me". (Gal.2,20).

La voce di un grande
"Non solo non conosciamo Dio se non per mezzo di Gesù Cristo, ma non conosciamo neppure noi stessi se non per mezzo di Gesù Cristo (...). Al di fuori di Gesù Cristo non conosciamo che cosa sia la nostra vita, la nostra morte, Dio, noi stessi".
Pascal