Omelia (04-06-2006) |
don Remigio Menegatti |
Del tuo Spirito, Signore, e' piena la terra (250) Per comprendere la Parola di Dio alcune sottolineature La prima lettura (At 2, 1-11) racconta quanto succede a Gerusalemme nella Pentecoste dell'anno 30 d.C., quando si attua la promessa che viene richiamata anche nel brano del Vangelo. La festa dell'Alleanza acquista un nuovo significato e valore: Dio stabilisce una nuova e definitiva alleanza con gli uomini, perché manda su tutti lo Spirito Santo, il medesimo Spirito che ha guidato Gesù nella sua vita terrena ed era stato da lui stesso effuso nel momento della sua morte in croce. La divisione creata con la chiusura a Dio, e simboleggiata nel caos di Babele, viene definitivamente risolta dall'amore di Dio che unisce i popoli nella professione dell'unica fede: Gesù morto e risorto, salvatore del mondo. Il vangelo (Gv 15, 26-27; 16,12-15) riprende alcune parole di Gesù nella cena pasquale: il Cristo – che significa il consacrato, l'Unto di Dio – annuncia che anche quanti credono in lui saranno consacrati, unti dallo Spirito, che farà ricordare e vivere le sue parole per sentirlo presente in mezzo a loro; è la promessa legata all'ascensione. Salmo 103 Benedici il Signore, anima mia, Signore, mio Dio, quanto sei grande! La terra è piena delle tue creature. Se togli loro il respiro, muoiono e ritornano nella loro polvere. Mandi il tuo spirito, sono creati, e rinnovi la faccia della terra. La gloria del Signore sia per sempre; gioisca il Signore delle sue opere. A lui sia gradito il mio canto; la mia gioia è nel Signore. Il salmo che viene proposto nella liturgia di oggi, è parte di un più lungo canto alla provvidenza di Dio. Il Signore è presentato come colui che si prende cura del suo popolo, e dimostra attenzione per ciascuna delle creature nate dal suo amore. La tenerezza di Dio si esprime non solo nel chiamare alla vita, ma anche e soprattutto nel mantenere e valorizzare l'opera delle sue mani. Tra i doni offerti alle sue creature, spicca il dono dello Spirito. È il soffio vitale, il respiro che fa vivere il Signore e anche coloro che da lui hanno origine e vogliono rimane strettamente legati a lui. Senza questo Spirito di Dio non ci sarebbe la vita. Il canto del salmista è un modo per dire al Signore la gioia e il grazie che nasce in tutte le creature, e in particolare nell'uomo, di fronte alla scoperta della forza di Dio che manifesta la sua tenerezza senza limiti. È Dio il motivo della gioia delle sue creature, e degli uomini, vertice della sua opera che dona vita. Un commento per ragazzi Ci sono tante immagini con cui la Bibbia stessa ci parla dello Spirito. Immagini utili a capire; ma che non devono frenare la nostra ricerca. Altrimenti è come se ci fermassimo alla fotografia di un amico e non incontrassimo lui, in carne ed ossa; oppure se pensassimo di averlo conosciuto solo perché possediamo uno degli oggetti a lui cari. Lo Spirito viene presentato come colomba, ma una colomba non è lo Spirito santo. Così è per il fuoco, il vento, e altri segni, pur necessari per aiutarci a capire qualcosa di lui. Sono strade, non la meta ultima. Il salmo ci suggerisce un'ulteriore immagine: lo Spirito è come il respiro per l'uomo. Se togli loro il respiro, muoiono e ritornano nella loro polvere. Mandi il tuo spirito, sono creati, e rinnovi la faccia della terra. "Soffio di vita, forza di Dio..." lo invochiamo in un canto. Soffio di vita: una cosa semplice e scontata, almeno fin che funziona normalmente. Non dobbiamo pensare di respirare, lo facciamo autonomamente...se non ci sono problemi. Ma quale "soffio di vita", quale respiro, entra nella nostra vita? Quello con cui Dio ha creato l'uomo: da polvere della terra, fragile e imperfetta, a creatura degna del titolo di "figlio di Dio". Attraverso quel respiro che Dio soffia in Adamo, noi siamo diventati non solo essere viventi, ma anche "immagine e somiglianza di Dio". Respiriamo la vera vita non per conto nostro, bensì perché collegati a Dio. Quanti rifiutano quel dono di vita, quel soffio che tiene legati a lui, rimasti senza di esso, muoiono e ritornano nella loro polvere. Gesù lo presenta come la forza che consacra le persone e le rende capaci della missione affidata. Lui stesso è "il Consacrato", "l'Unto del Signore": Messia, Cristo vuol dire proprio questo. Consacrato dallo Spirito nel battesimo al Giordano, per vivere poi la missione di salvatore (Gesù significa: "Dio salva"). Come Gesù, così anche quanti credono in lui, sono dei consacrati, unti dalla forza dello Spirito, sospinti dal vento che conduce alla vera gioia, capaci di respirare il respiro di Dio. Lo Spirito aiuta a ricordare e rendere attuali le parole di Gesù, così che anche noi lo sentiamo vivo e presente in mezzo a noi. Parole che non sono eco di suoni lontani, ma il dialogo che Dio stabilisce con quanti respirano il suo stesso soffio vitale, e quindi vivono della sua vita divina. Il dono di Dio è abbondante: "Del tuo Spirito, Signore, è piena la terra", per dire che l'amore di Dio arriva a tutti gli uomini e le creature, è donato generosamente. Tutti sono resi vivi dal soffio vitale di Dio. Effettivamente sono discorsi non proprio facili. Anche il buon Nicodemo, membro autorevole del Sinedrio, dopo un poco faticava a "mantenere il passo" dei discorsi di Gesù. Ciò che conta è lasciarsi coinvolgere e fidarsi di Dio e valorizzare lo Spirito. Un po' come quando a scuola non comprendiamo tutta la spiegazione del sistema respiratorio; importante è che comunque respiriamo e facendo questo cerchiamo di comprendere anche meglio come funziona così da sfruttare al massimo le possibilità che abbiamo. Ascoltare le parole di Gesù che lo Spirito ci ricorda, è una delle strade per arrivare a conoscere e seguire con gioia proprio questo amico che è lo Spirito, amico che ci accompagna sulla strada della vita. È un modo per respirare il soffio vitale di Dio, lo Spirito che ci trasforma. Un suggerimento per la preghiera O Padre di bontà "diffondi sino ai confini della terra i doni dello Spirito santo" come hai fatto nella Pentecoste che ha cambiato la storia dell'umanità. Ti chiediamo inoltre di continuare "nella comunità dei credenti, i prodigi che hai operato agli inizi della predicazione del Vangelo". Vogliamo anche noi respirare la vita stessa di Dio, la vita che riempie l'universo. |