Omelia (04-06-2006) |
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1. Lo Spirito di Verità! La verità accomuna le tre persone della Santissima Trinità. Verità che procede da Padre attraverso lo Spirito Santo ed è incarnata dal Figlio, Via, Verità e Vita. Il Signore presenta questo legame misterioso e unico dicendo che lo Spirito Santo "mi renderà testimonianza" e subito dopo aggiunge "e anche voi mi renderete testimonianza, perché siete stati con me fin da principio". Scelti, pensati, amati, fin da principio, con una carità illimitata che rischia, prima ancora che noi potessimo corrispondere, anche le nostre incorrispondenze. Dobbiamo rendere testimonianza, ma prima dobbiamo metterci in ascolto dello Spirito, dobbiamo lasciarci guidare sulla via della verità e nella verità. 2. Lo Spirito ci guiderà rendendo più fruttuosa la nostra testimonianza che non sarà mai semplice, ma senza il suo appoggio e i suoi doni diventerà impossibile. Come i primi apostoli dobbiamo chiedere il coraggio per vincere il timore che, sotto forma di falso rispetto umano e considerazioni di ridicola opportunità, spesso condiziona la nostra testimonianza. Questa, sempre, deve essere piena di rispetto e di amore verso il prossimo. Lo Spirito ci illuminerà, se saremo pazienti. Se chiederemo quella sapienza che nessun libro potrà mai dare, perché la scienza di Dio si acquisisce seguendo il Salvatore nella speranza di poterlo, col suo aiuto, imitare nel servire il nostro prossimo. 3. "Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso", vale a dire "senza l'aiuto dello Spirito non potete fare nulla di buono. Lo dice agli apostoli durante l'Ultima Cena e la fragilità di Pietro sperimenterà la presunzione di voler agire senza l'aiuto dello Spirito, quello stesso Pietro che, inondato dallo Spirito Santo, testimonierà poi nella stessa Gerusalemme la Passione e la Resurrezione del Cristo. Era stato guidato alla "verità tutta intera". Questa misteriosa affermazione di Gesù all'Ultima Cena dovrebbe diventare il nostro monito. Esiste solo una "verità tutta intera" e noi continuiamo a perderci dietro apparenze di verità! 4. Gli Apostoli parlano una lingua diversa dai loro primi ascoltatori, come ci ricordano oggi gli Atti, eppure erano recepiti in modo chiaro da chiunque. A questo proposito, molti Padri della Chiesa ricordano che, al di là degli indiscutibili, e forse irripetibili, doni dello Spirito Santo, gli Apostoli parlavano animati dalla più pura carità. Solo questa sa vincere le differenze linguistiche e culturali perché è il linguaggio col quale Dio ha scelto di parlare a tutti gli uomini per toccare i loro cuori e vincere la loro superbia. 5. La superbia, e tutti gli altri vizi capitali, sono radicati in noi e solo lo Spirito sa tenerli a bada e vincerli. Ce lo ricorda San Paolo nell'odierna lettura: "la carne ha desideri contrari allo Spirito". Lasciarsi guidare dallo Spirito non è un accomodarsi la vita come vogliamo, ma è accertarsi che la pace, la benevolenza, la pazienza, la fedeltà, la mitezza ed altro ancora siano in noi per opera di Dio. Commento a cura del prof. Rocco Pezzimenti * Se dovessimo mostrare con un grafico la festa di Pentecoste dovremmo segnarla nel punto più alto della scala. Questa festa, infatti, mostra l'apice, il culmine del capolavoro di Dio sulla creazione. Creazione redenta dalla Pasqua di Gesù e ora ri-creata, appunto, col dono del Suo Spirito: "Del tuo Spirito Signore, è piena la terra!" cantiamo come popolo salvato con il salmo responsoriale. * È lo Spirito Santo (grande sconosciuto per molti di noi) l'artefice della novità, della gioia, della speranza, del mondo nuovo. Un mondo non più segnato da discordie e divisioni, ma dalla unità nella creatività, e dalla accoglienza di ogni diversità. Ecco lo stupore della prima comunità dei credenti davanti al dono ricevuto... L'uomo nuovo, ricreato dallo Spirito, è capace di riconoscere ogni altro uomo come fratello, di accoglierlo e capirlo nel proprio linguaggio, quello della sua cultura umana, sociale, religiosa. Si dice infatti che quando un missionario incomincia a sognare nella lingua del popolo nel quale si trova a operare, non solo conosce quel popolo, ma si sente parte di esso, pienamente inserito. * Lo Spirito Santo è dono che ci rende simili a JHWH. Santi come lui nell'amore. I suoi innumerevoli frutti sono via, strada di santità, di "perfezione", cioè di pienezza di vita. San Paolo nella seconda lettura ce li elenca tutti: l'amore, la gioia, la pace, la pazienza, la benevolenza, la bontà, la fedeltà, la mitezza, il dominio di sé. È l'uomo nuovo, ricreato dal dono dello Spirito che rende (porta) la novità al mondo. La bontà, la gioia, la pace, la fedeltà la mitezza ecc.. sono realtà che camminano con l'uomo, hanno bisogno di mani e di cuori per essere visibili alla storia. * Questo il cammino della comunità dei credenti, della Chiesa: un cammino controcorrente. Dio oggi ci mostra la luce e lo splendore, e sogna che questa luce e questo splendore siano per tutti i popoli. Che questa luce e splendore raggiunga tutte le nazioni della terra. Ecco allora il cristiano che annuncia la buona notizia, costruendo ogni giorno la pace, la giustizia, la verità. Il cristiano accoglie e sceglie ogni giorno di vivere per realizzare il bene anche per gli altri, con mitezza, con bontà, con pazienza. * Percorso in salita questo! Ma Gesù rivela il nome nuovo dello Spirito: il Consolatore. Il riferimento è ai processi, ai tribunali del mondo greco del primo secolo. L'imputato era solo davanti al giudice, doveva rispondere e difendersi da solo. In alcuni casi, di particolare difficoltà, veniva affiancato da una specie di consigliere che lo aiutava nei momenti più difficili della prova. Gesù parla di questo Consolatore a coloro che per amore suo saranno portati davanti ai tribunali. Proprio così. Il percorso del cristiano è fondamentalmente identico a quello del Maestro e del Pastore, che per amore sceglie di stare dalla parte dei poveri, degli umiliati della storia. Sceglie di annunciare a coloro che il potere politico e religioso non considera persone, la Buona Notizia: Dio ti ama, si ricorda di te, al punto tale da morire per te, e oggi ti ricrea nell'amore e ti rende libero figlio di Dio. * Invochiamo lo Spirito, perché da buon consolatore ci affianchi nel cammino quotidiano, sostenendoci nelle scelte di vita che la Legge dell'amore, la Parola di Dio continuamente ci indica. Commento a cura di Sr. Piera Cori |