Omelia (04-06-2006)
padre Paul Devreux


Lo Spirito Santo, che viene detto Consolatore e che renderà testimonianza a Gesù, guida alla verità e annunzierà le cose future.

Ricevere lo Spirito equivale a ricevere il necessario per vivere bene, infatti arriva nel giorno di Pentecoste, festa della concretezza. Per gli Ebrei è la festa in cui ringraziano il Signore dei doni della terra, offrendo le primizie del raccolto. La terra e il raccolto sono due cose indispensabili per vivere. Inoltre corrisponde al giorno in cui Mosè riceve le tavole della legge sul Sinai; altro elemento indispensabile per la convivenza e quindi per la sopravvivenza. Oggi, alla terre, al raccolto e alla legge, il Signore aggiunge il dono dello Spirito Santo, che non è semplicemente la ciliegina sulla torta; è il dono che chiude il cerchio perché ci apre alla conoscenza del donatore, e quindi della fonte della vita. Colui che dà un senso a tutte le cose e che quindi ce le fa apprezzare e usare bene. Egli non parla di sè perché non gli interessa. Infatti neanche ci dà la possibilità di dargli un volto. A lui interessa solo farci conoscere Gesù che ci rivela il volto del Padre. Gesù dice che gli renderà testimonianza e ci guiderà alla verità tutta intera, cioè alla conoscenza di Dio e alla vita eterna, suppongo, ma per adesso è il consolatore degli apostoli, perché non vedendo più Gesù sono tristi, ma lo Spirito rivela loro che Gesù ora è sempre con loro e possono contare su di lui.

Anche oggi lo Spirito Santo opera ed è quello che risveglia in noi il grido: Abbà Padre.