Omelia (04-06-2006) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su At 2,4 Dalla Parola del giorno Furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere di esprimersi. Come vivere questa Parola? La Pentecoste rappresenta il coronamento e la pienezza dell'opera redentiva di Gesù. Un tempo, narra la Bibbia, gli uomini avevano tentato di costruirsi "una torre che toccasse il cielo". Desiderio di onnipotenza, sfida all'Altissimo di cui si pensa di poter fare a meno. Torre che, sia pure in termini diversi, anche oggi l'uomo tenta superbamente di elevare. Torre del potere politico, economico, tecnologico, scientifico... E si finisce con il non comprendersi più, mentre si scavano fossati sempre più profondi. L'altro è guardato con diffidenza e paura: parliamo lingue diverse! Ma è proprio questa paura che Gesù è venuto a bandire restituendo all'uomo il suo vero volto, il suo essere immagine di Dio-Amore. L'irrompere dello Spirito a Pentecoste ne è il segno tangibile più eloquente. Le porte si spalan-cano, e nell'altro si scopre non più il nemico ma il fratello. Ci si torna a comprendere perché tutti si parla la lingua dell'amore. Sì, come afferma Paolo, non c'è più né uomo né donna, né schiavo né libero, né giudeo né pagano... ma un unico popolo: quello di Dio, anzi un solo corpo: il Corpo mistico di Cristo, in cui ciascuno si riconosce membro intimamente legato agli altri. Utopia? No: realtà! Grazie alla croce l'uomo è tornato a parlare il linguaggio dell'amore e la catena dell'incomunicabilità è stata definitivamente infranta. Alla luce della Pentecoste, cioè dell'effusione dell'Amore, si comprende che la croce era necessaria. Solo l'Amore spinto fino alle estreme conseguenze poteva dissigillare la sua sorgente. Ora l'Amore ha bisogno di trovare un alveo in cui scorrere, ha bisogno di incontrarsi con altri rivoli per diventare fiume che feconda la terra. Questa è la mia, la tua vocazione, la vocazione di ogni uomo: farsi alveo accogliente per portare amore ovunque è chiamato a scorrere. Oggi, nel mio rientro al cuore, mi fermerò a contemplare la Sorgente: il costato di Gesù trafitto, e lascerò che l'onda dello Spirito che da esso sgorga mi invada, mi possegga, mi conduca sulle strade dell'Amore. Vieni Santo Spirito, Spirito di Amore. Prendi dimora dentro di me, trasformami in amore perché la vita possa tornare a rifiorire là dove sono chiamato a spendermi. La voce di un grande Papa Il Signore vi conceda di essere costruttori di un mondo nel quale l'amore faccia gustare a tutti la gioia di essere vivi. Paolo VI |