Omelia (04-06-2006)
padre Antonio Rungi
Il grande fuoco dello Spirito Santo

La solennità di Pentecoste, che celebriamo oggi, chiude il lungo periodo del tempo pasquale. La discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli e la Vergine Maria, riuniti nel Cenacolo, apre le porte alla missionarietà della Chiesa e alla testimonianza della fede cristiana in tutto il mondo. Il dono dello Spirito, infatti, rende coraggiosi e zelanti i pavidi apostoli che ancora avevano paura di affrontare il mondo nel nome di Gesù, Crocifisso, Risorto e asceso al cielo.
Il brano del Vangelo di Giovanni ci riporta a questi contenuti essenziali della Solennità della Pentecoste. "In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: "Quando verrà il Consolatore che io vi manderò dal Padre, lo Spirito di verità che procede dal Padre, egli mi renderà testimonianza; e anche voi mi renderete testimonianza, perché siete stati con me fin dal principio. Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l'annunzierà.
Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà del mio e ve l'annunzierà".
Il fuoco dello Spirito Santo che incute coraggio e forza per la testimonianza è ben visibile sotto forma di fiammelle, ma esso rappresenta una realtà molto più intima e spirituale che è quella dell'amore di Dio che accende il cuore e la mente dei discepoli di Gesù che partono spediti ad annunciare il Vangelo, facendosi comprendere da tutti coloro disposti ad ascoltare ed accogliere la Buona Novella del Regno di Dio.
Gli Atti degli Apostoli ci descrivono in modo preciso questo momento della discesa dello Spirito Santo su di loro, che erano in attesa del Consolatore, come aveva promesso loro il Signore Risorto. "Mentre il giorno di Pentecoste stava per finire, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all'improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano. Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere d'esprimersi. Si trovavano allora in Gerusalemme Giudei osservanti di ogni nazione che è sotto il cielo. Venuto quel fragore, la folla si radunò e rimase sbigottita perché ciascuno li sentiva parlare la propria lingua. Erano stupefatti e fuori di sé per lo stupore dicevano: "Costoro che parlano non sono forse tutti Galilei? E com'è che li sentiamo ciascuno parlare la nostra lingua nativa? Siamo Parti, Medi, Elamiti e abitanti della Mesopotamia, della Giudea, della Cappadocia, del Ponto e dell'Asia, della Frigia e della Panfilia, dell'Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirene, stranieri di Roma, Ebrei e proseliti, Cretesi e Arabi e li udiamo annunziare nelle nostre lingue le grandi opere di Dio".
E' proprio vero che il Vangelo non ha confini ed a chi si predispone semplicemente ad accoglierlo esso apre nuovi orizzonti di comprensione sulla persona umana e sulla storia stessa dell'umanità. E' l'orizzonte di Dio, della fede, della speranza, della carità. E' l'orizzonte dello Spirito che invochiamo di venire tra noi per ridarci speranza e gioia nella fede, come ci rammenta la sequenza che leggeremo oggi nella liturgia della Parola. "Vieni, Santo Spirito, manda a noi dal cielo un raggio della tua luce. Vieni, padre dei poveri, vieni, datore dei doni, vieni, luce dei cuori. Consolatore perfetto; ospite dolce dell'anima, dolcissimo sollievo. Nella fatica, riposo, nella calura, riparo, nel pianto, conforto. O luce beatissima, invadi nell'intimo il cuore dei tuoi fedeli. Senza la tua forza, nulla è nell'uomo, nulla senza colpa. Lava ciò che è sordido, bagna ciò che è arido, sana ciò che sanguina. Piega ciò che è rigido. scalda ciò che è gelido, drizza ciò ch'è sviato. Dona ai tuoi fedeli che solo in te confidano i tuoi santi doni. Dona virtù e premio, dona morte santa, dona gioia eterna". Chi si immerge nello Spirito Santo deve vivere secondo lo spirito e i frutti dello spirito sono enumerati in modo dettagliato dall'Apostolo Paolo nel brano della Lettera ai Galati che ascoltiamo oggi: "Fratelli, camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare i desideri della carne; la carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; queste cose si oppongono a vicenda, sicché voi non fate quello che vorreste. Ma se vi lasciate guidare dallo Spirito, non siete più sotto la legge. Del resto le opere della carne sono ben note: fornicazione, impurità, libertinaggio, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere; circa queste cose vi preavviso, come già ho detto, che chi le compie non erediterà il regno di Dio. Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé; contro queste cose non c'è legge. Ora quelli che sono di Cristo Gesù hanno crocifisso la loro carne con le sue passioni e i suoi desideri. Se pertanto viviamo dello Spirito, camminiamo anche secondo lo Spirito".
La nostra Pentecoste, che già abbiamo celebrato nel sacramento della Confermazione, necessita di essere vissuta, come il Battesimo, ogni giorno, rispondendo appieno a quelle che sono le esigenze di una fedeltà assoluta al Vangelo di Cristo, al quale abbiamo liberamente aderito. Bisogna davvero camminare secondo lo spirito, privilegiando nella nostra vita e nei rapporti con gli altri i valori che contano e che esprimono in modo evidente l'essere credenti e l'essere cristiani davvero. Amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé, apertura agli altri devono essere il decalogo spirituale di ogni cristiano, soprattutto in questi nostri tempi segnati da un crescente distacco dal sacro e dallo spirituale e sempre più caratterizzati come tempi dissacranti e materialistici a tutto campo.
Lo Spirito Santo ci faccia dono di questa radicale trasformazione della nostra mente e del nostro cuore, perché possiamo pensare ed agire secondo lo spirito e non secondo la carne che porta all'egoismo, alle lotte fratricide, all'odio e assenza di ogni gesto d'amore e di misericordia nella nostra ed altrui vita, se vissuta lontano da Dio, che per sua natura è amore e carità in termini perfetti ed assoluti. Nell'amore e guidati dall'amore, ovvero da questo potente fuoco che arde, se c'è davvero dentro di noi, può scaturire solo il bene, l'armonia e la pace per tutto il genere umano, al quale è rivolto il messaggio di speranza che ci viene dalla celebrazione annuale della solennità della Pentecoste.