Omelia (05-06-2006) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su 2Pt 1,3-4 Dalla Parola del giorno La divina potenza ci ha donato tutto ciò che giova per la vita e la pietà [...] affinché per mezzo di questo voi diventiate partecipi della natura divina, se fuggite la corruzione che esiste nel mondo. Come vivere questa Parola? Il tempo pasquale, con il suo forte richiamo all'opera redentiva di Cristo culminante nel dono dello Spirito, si è concluso. Riprende il tempo ordinario, interrotto con la quaresima. Ma attenzione! Non si tratta semplicemente di voltare una pagina del calendario per riprendere il cammino dal punto in cui era stato sospeso. Qualcosa deve essere cambiato nella nostra vita, se non altro la maggiore consapevolezza dei doni di grazia che ci sono stati elargiti dalla benevolenza di Dio e di cui i tempi forti della quaresima e di pasqua ci hanno permesso di fare rinnovata e-perienza. I beni promessi, e verso cui ci protendiamo nella speranza, sono già in nostro possesso, sebbene non ancora in pienezza. È qui, infatti, che si innesta quella dinamica che vede intrecciarsi il "già" del dono di Dio e il "non ancora" che appella al nostro impegno. Già siamo partecipi della natura divina, in quanto resi figli di Dio dal Battesimo, ma in forma, direi, embrionale. Una realtà incipiente, ricca di potenzialità, che deve svilupparsi verso la pienezza. È qui che si inserisce la nostra attiva collaborazione. Il dono della fede va coltivato con l'impegno di prendere le distanze da quanto ha sapore di corruzione e, al tempo stesso, di progredire nelle virtù, in un crescendo che chiama in causa tutta la realtà umana. Ed ecco l'intelletto sollecitato dall'esigenza di una conoscenza esperienziale di Dio, mentre i sensi, regolati dalla temperanza, vengono ricondotti a un esercizio armonico. Nella vigilanza su se stessi fiorisce la pazienza e, nell'attesa della piena manifestazione di Dio, la pietà. Lo sguardo purificato porta a ritrovare nell'altro i tratti del fratello e in noi cresce l'uomo nuovo, vera immagine di Dio-Amore. Oggi, nella mia pausa contemplativa, verificherò il mio impegno a "fuggire la corruzione del mondo" e a progredire verso la "pienezza della carità". Padre buono, che mi chiami a partecipare alla tua vita divina e me ne offri i mezzi con tanta larghezza, non permettere che io sperperi i tuoi beni e lasci illanguidire la mia vita nel non-amore. La voce di un martire della Chiesa luterana Una notte, un membro del Sinedrio venne da Gesù perché voleva conoscere che cosa dovesse fare per salvarsi. Gesù non disse: "Guarda, Nicodemo, non devi più mentire", oppure: "Devi smettere di frodare". Invece di lasciarsi andare a proibizioni singole, Gesù lo guardò e disse: "Nicodemo, devi rinascere a nuova vita". Martin Luther King |