Omelia (11-06-2006)
don Marco Pratesi
Nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo

"Battezzate i popoli nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo". È l'incarico che il Risorto dà ai suoi: immergere l'umanità nella Trinità. Il "Nome" è biblicamente l'essenza personale di qualcuno, il suo essere profondo, unico e irripetibile. Con il battesimo veniamo inseriti nella vita intima di Dio, che è comunione personale del Padre, del Figlio e dello Spirito.
A questa vita si ha accesso a partire dallo Spirito Santo. Il potere universale che è stato dato al Risorto significa infatti in concreto che il mondo e l'uomo sono sottoposti all'azione dello Spirito Santo. Egli è la regalità del Figlio. Egli è il "dito di Dio", colui che concretamente agisce nella storia. Come preghiamo in una delle preghiere eucaristiche: "Padre veramente santo... per mezzo di Gesù Cristo, nella potenza dello Spirito Santo fai vivere e santifichi l'universo, e continui a radunare intorno a te un popolo, che... offra al tuo nome il sacrificio perfetto". È nella potenza dello Spirito che l'universo vive e cammina verso Dio, che l'umanità dispersa diventa popolo redento, lasciando emergere i tratti della Chiesa.
Lo Spirito non rinvia a se stesso, ma al Figlio: lo rende presente e accessibile, in modo particolare nei due momenti forti della vicinanza di Gesù, parola e liturgia. Così il Figlio diviene sempre più presente, lo accogliamo, la sua persona diventa riferimento essenziale della nostra vita. Ma - ancora un'altra volta - in quel rapporto noi scopriamo che egli non è centrato su se stesso, non si riferisce a se stesso: è invece rivolto - e da sempre - verso qualcun altro, totalmente appartenente a lui. È il Padre, il Nascosto, dal quale tutto proviene come dono, e al quale tutto come dono deve ritornare.
La vita cristiana è mistero di immersione nel dialogo dei Tre, dove nessuno è autosufficiente, e ciascuno rimanda all'altro e trova se stesso nell'altro. Immersione che non può effettivamente realizzarsi, passando dal piano sacramentale a quello esistenziale, se non si acquista gradatamente un modo di essere trinitario: perdersi nell'amore per ricevere la propria vita - accresciuta a dismisura - dalle mani dell'altro e, ultimamente, dell'Altro. Perché tutta la nostra vita, e la nostra morte, sia nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

All'offertorio:
Pregate fratelli e sorelle perché questo sacrificio ci immerga nella Trinità, e sia gradito a Dio Padre Onnipotente.

Al Padre Nostro:
Animati dallo Spirito, rivolgiamoci al Padre con le parole che il Figlio mette sulle nostre labbra: