Omelia (11-06-2006)
Suor Giuseppina Pisano o.p.
Commento a Mt 28,16-20

La liturgia di questa domenica ci pone di fronte al Mistero per eccellenza, di fronte all'Ineffabile, all'Inaccessibile, di fronte a Colui che è assolutamente Altro dalla limitatezza della creatura, l'Oltre, che non è dicibile dal linguaggio umano. La parola "mister", infatti, nella sua etimologia, significa tacere, chiudere le labbra, stare in silenzio, un silenzio stupito di fronte all' Altissimo, che tuttavia non è distante, né resta indifferente alla sua creatura più bella, alla quale si rivela in diversi modi, con segni e prodigi, con visioni, nella parola dei profeti, e poi, nella pienezza dei tempi, nel Figlio Gesù Redentore.

Certo, comprendere l'essere di Dio, penetrarne le profondità, non è cosa possibile alle capacità della mente umana, la quale si affaticherebbe invano, come quel fanciullo, di cui Agostino parla, il quale, giocando sulla spiaggia, prendeva l'acqua del mare col secchiello, credendo fosse possibile trasferirla tutta in un piccolo fosso; ma, la fede e l'amore, soccorrono alla nostra pochezza e ci consentono di contemplare e sperimentare qualcosa del Mistero di Dio.

L'esperienza mistica di Caterina da Siena, ad esempio, è come una finestra aperta sul Mistero, in quella stupenda pagina del Dialogo della divina Provvidenza, dove scrive:
"Tu, Trinità eterna, sei come un mare profondo, in cui più cerco e più trovo; e quanto più trovo, più cresce la sete di cercarti; sei insaziabile, e l'anima, saziandosi nel tuo abisso non si sazia, perché permane nella fame di te, e sempre più te brama...Tu sei un fuoco che arde sempre e non si consuma... o Trinità eterna, e bellezza della tua creatura... guardando in te, ho visto che sono tua immagine, per quell'intelligenza che mi vien donata della tua potenza, Padre eterno, e della tua sapienza, che viene appropriata al tuo Unigenito Figlio... Lo Spirito Santo, che procede da te e dal tuo Figlio, mi ha dato volontà con cui posso amarti...".
E nell'amore, anche l'intelligenza si fa più chiara, e, sempre dall'amore, è resa capace di inoltrarsi nel Mistero e accoglierne la rivelazione, prestando fede alla Parola, che solleva il velo, rompe il silenzio e annuncia la Verità di Dio, un Dio vicino, il Dio che salva.

E' quanto leggiamo, oggi, nel passo del Deuteronomio, in cui Mosè dice al suo popolo "... vi fu mai cosa grande come questa, e si udì mai cosa simile a questa? Che, cioè un popolo abbia udito la voce di Dio parlare dal fuoco, come l' hai udita tu, e che rimanesse vivo? O ha mai tentato un Dio di andare a scegliersi una nazione in mezzo a un' altra, con prove e segni, prodigi e battaglie, con mano potente e braccio teso e grandi terrori, come fece per voi il Signore vostro Dio in Egitto, sotto i vostri occhi?..."

Dio si rivela dunque, come Padre, sollecito della sua creatura, "... tu sei innamorato della bellezza della tua creatura", esclama ancora Caterina, Dio, dunque, va alla ricerca del suo popolo, e lo conduce, tra alterne vicende, alla salvezza.

E' tutta la rivelazione, contenuta nell'Antico Testamento, nel quale il Mistero trinitario è adombrato, ma non ancora pienamente rivelato.
E' a partire dall' Incarnazione del Verbo, e poi in tutto il Vangelo, che Dio si manifesta nella relazione delle tre Persone: Padre, Figlio, Spirito Santo.

Già nell'annuncio dell'Angelo a Maria, si rivela presente ed operante tutta la Trinità: "Lo Spirito Santo scenderà su di te, e la potenza dell'Altissimo ti coprirà con la sua ombra, perciò, quello che nascerà da te, sarà chiamato santo, Figlio di Dio." ( Lc.1,35 )

Successivamente, col battesimo di Gesù, all'inizio della sua missione evangelizzatrice, Dio si manifesta nella sua Unità e Trinità di Padre, Figlio e Spirito Santo, come leggiamo ancora in Luca: "...fu battezzato anche Gesù...e, mentre stava in preghiera, il cielo si aprì e lo Spirito Santo discese su di lui, in forma corporea di colomba. E vi fu una voce che venne dal cielo: «Tu sei il Figlio mio amatissimo, in te io mi compiaccio.» " ( Lc.3,21-22 )

Ora il Mistero è rivelato, e lo sarà pienamente in tutto il magistero di Cristo, dono e segno della misericordia grande di Dio.
"Lode a te, santa Trinità, recita un'antifona dell'odierna Liturgia, inseparabile Unità, che ci hai rivelato la tua misericordia. "; lode a Te, possiamo aggiungere, Dio altissimo che ti sei piegato con amore sulla povertà della tua creatura, e l 'hai resa capace di conoscerti e di amarti, le hai fatto dono della gioia, l'unica che può illuminare tutta la storia: la certezza che Tu sei sempre al suo fianco, finché essa non ritorni a Te, per godere in eterno di Te.

"... io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine del mondo..", è quel che Cristo risorto, quasi a sigillo della sua missione, dice agli Undici, e, in loro, a tutti gli uomini che credono e crederanno in Lui.
Il Figlio di Dio è presente tra gli uomini, realmente presente nella sua Chiesa e nei sacramenti, nella Santissima Eucaristia, memoriale della sua passione e morte, egli è presente ed operante, assieme al Padre e allo Spirito, quello Spirito che da servi ci trasforma in figli, " figli adottivi per mezzo del quale gridiamo: «Abbà, Padre!»..."., come Paolo insegna, e, ancora aggiunge: "Lo Spirito stesso attesta al nostro spirito che siamo figli di Dio. E, se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se veramente partecipiamo alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria ..", entrando per sempre nel circuito della vita trinitaria.

". Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto, ciò che vi ho comandato...."
E' il battesimo, l'innesto definitivo in Cristo, la condizione imprescindibile, il segno vitale che ci consente di immergerci in Lui e nella totalità del Mistero divino, che ci consente di inabissarci in quell'oceano infinito e felice, che è la vita stessa di Dio, che è Padre è Figlio ed è Amore sostanziale.

Concludo queste brevissime riflessioni, questi pochi, scarni pensieri sul Mistero, che felicemente ci avvolge, con un passo dell'Orazione di Caterina da Siena alla Santissima Trinità, orazione che è specchio e preziosa guida della nostra vita di comunione con Dio:
" O Trinità eterna..tu sei quel giardino che tieni in Te rinchiusi i fiori e i frutti...Nel giardino del seno tuo, era rinchiuso l'uomo, o Padre eterno, Tu lo traesti dalla tua santa mente, come un fiore, e Tu lo rinnovavi nell'anima, riempiendolo della tua beatitudine, nella quale l'anima sta, come il pesce nel mare e il mare nel pesce.."

La Trinità è in noi e noi in lei, ora nella grazia, in futuro nella gloria.



Sr Maria Giuseppina Pisano o.p.
Monastero Domenicano SS.mo Rosario
mrita.pisano@virgilio.it